Left, L’Aquila dai piedi d’argilla…
L’Aquila – Riceviamo: “Egregio Direttore, sono Capannolo Alessandro, aquilano e per lavoro residente a Novara. Volevo sapere se ha letto l’inchiesta pubblicata dal settimanale “Left” denominata “L’Aquila dai piedi d’argilla”. Si scrive che con un ribasso del 47 per cento, i lavori per la ristrutturazione della questura vengono assegnati all’impresa della congiunta di un politico del PdL.
Rinviato a giudizio per aver usato calcestruzzo contraffatto per i piloni di un viadotto da costruire in Molise. L’inchiesta denominata piedi d’argilla e nell’informativa dei Carabinieri si legge: “Se la realizzazione dell’opera fosse andata avanti avrebbe potuto costituire un pericolo per l’incolumità pubblica, quindi l’opera va assolutamente fermata”. Adesso la ditta è sbarcata a L’Aquila… Qualcuno dirà ma la ditta è della sorella, se non fosse che cosi la definiscono i Carabinieri: “Possono essere citati come famiglia nel senso poliziesco del termine in quanto l’organizzazione, le responsabilità assomigliano drammaticamente agli elementi che caratterizzano altre vicende… ci mancheano pure quissi….”.
(Ndr) – Ci sono organismi preposti a controlli del tipo al quale lei e il servizio giornalistico alludono. Hanno già operato a L’Aquila e nel cratere, con risultati importanti e noti. Supponiamo che lo stiano facendo anche per i lavori alla questura. Non è un delitto essere congiunti di politici, dipende dai politici e da come agiscono.
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