Val Vibrata, danni e devastazioni, si fa il punto e si ricomincia
Martinsicuro – (di G.C.) – Il porticciolo che pomposamente qualcuno chiamava “turistico” è sparito sotto oltre un metro di detriti essenzialmente vegetali. Tonnellate di sterpaglia, erbacce, tronchi, foglie, rifiuti, la immancabile plastica e tutto il resto che la piena e l’alluvione del 1 marzo hanno portato a valle e scaricato in mare. Il mare a sua volta ha restituito e il risultato è un ex porticciolo. Ma anche chilometri di ex spiagge sparite sotto i detriti. Ci sarà da lavorare.
Tutta la Val Vibrata conta i danni (aziende, agricoltura, piccoli opifici, capannoni, rimesse agricole, commercio, turismo, opere pubbliche, strade, ponti, condutture, depuratori, linee elettriche, fognature) e si prepara a ripartire. La stagione turistica non è lontanissima, anche se siamo in inverno, fa un freddo cane nel sabato pomeriggio e piove. La gente imbacuccata guarda in alto e teme che l’acqua del cielo dia un’altra prova della sua invadenza, un’altra alluvione dopo quella del 2007 (soprattutto a Tortoreto e Alba), e quella precedente più furiosa degli anni Settanta. I fiumicelli che diventano fiumi straripanti, gonfi, velocissimi, larghi venti metri, e il livello dell’acqua che sale di cinque metri ed erode profondamente gli argini e le protezioni, spesso fragili e inadeguate. Ma qui, comunque, e le foto scattate oggi ve lo dicono, bisogna cominciare a lavorare subito, specie per liberare le spiagge dai detriti pesanti, alti e incredibilmente fitti: sembrano nati sulla spiaggia all’improvviso. Prova tangibile dell’inattesa attitudine della natura a stravolgere tutto, imporre i cambiamenti dell’ambiente in poche ore. Certo, se i letti dei fiumi venissero puliti e dragati, le cose andrebbero meglio e, prima dell’esondazione, ce ne vorrebbe assai più di tempo e di metri cubi d’acqua color senape e limacciosa. Ma i fiumi non li draga nessuno, così come nessuno fa sì che i sottopassaggi non si allaghino ad ogni temporale, le caditoie funzionino, i tombini assorbano, le fogne smaltiscano. Un imprenditore di Villarosa che abita e lavora vicino al Vibrata ci dice: “La sera del 1 marzo mi hanno salvato 10 centimetri. Sì, tanto mancava alla tracimazione del fiume Vibrata che sfiorava la sommità del ponte, ormai, alle 23,30, e sarebbe entrato nella mia casa, e nell’azienda, prima di arrivare chi sa dove. Dieci centimetri, poi la piena si è stabilizzata”. Il peggio, quindi, non è avvenuto, almeno in questa zona, ma solo per puro caso. Altre persone riunite nel bar dove ci troviamo per sentire la gente cominciano a berciare tutte insieme: chi ce l’ha col sindaco, chi con la stampa, chi con Chiodi e chi con Berlusconi “che pensa solo alle sue puttane”. Piove e strapiove, naturalmente governo ladro. Ma è un fatto che il 1 marzo sia arrivata un’altra alluvione, con una vittima stavolta, e che potrebbe arrivarne un’altra quando pioverà forte nuovamente. “Tanto, non faranno niente manco stavolta” dice la vox populi. E un tizio che ha appena comperato stivaloni di gomma verdognola a Brico, e una pala leggera e moderna, lascia il bar per andare a ripulire la sua cantina e gettar via tutto quello che c’era riposto.
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