Matteoli “assolve” per la morte nel sottopasso
Montesilvano – In base agli accertamenti dell’Anas, nel sottopasso dove ieri e’ morto un uomo, nel Teramano, durante l’alluvione, c’erano dei cartelli che ne proibivano l’ingresso. Nonostante i cartelli l’automobilista e’ transitato ed e’ rimasto bloccato dall’acqua. Lo ha spiegato oggi pomeriggio il ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Altero Matteoli, durante una conferenza stampa tenuta a Montesilvano. “Il personale Anas – ha spiegato il ministro dopo aver letto una relazione della stessa azienda su questo episodio – avrebbe messo la segnaletica verticale necessaria e altra segnaletica sarebbe stata sistemata anche dalla Societa’ autostrade. Inoltre a 100 metri dal sottopasso, dall’altra parte, c’erano vigili del fuoco e protezione civile che stavano operando. Se e’ vero tutto questo – ha commentato Matteoli – l’uomo deceduto ha avuto doppia, tripla sfortuna perche c’era a pochi metri chi poteva salvarlo”. Il ministro ha assicurato che “sono in corso le verifiche sull’eventuale causa di malfunzionamento dell’impianto di sollevamento delle acque, realizzato 5 anni fa e non 30 anni fa. Se ci sono responsabilita’ – ha affermato – saranno accertate”. Matteoli ha osservato che quando accadono disgrazie del genere “per prima cosa vanno dati tutti i soccorsi e poi si possono cercare le responsabilita’ ma bisogna anche tenere conto di come e’ fatto il nostro Paese”. Poi ha ricordato che in base ad uno studio da lui commissionato quando era ministro dell’Ambiente, “nel 2001 per mettere in sicurezza il Paese servivano 70mila miliardi di vecchie lire, cioe’ tre o quattro finanziarie, e comunque tanto quanto era stato speso in un decennio per intervenire dopo calamita’ varie”. “Si comincio’ a dare delle risorse per la messa in sicurezza, e lo sta facendo anche il ministro Prestigiacomo – ha concluso Matteoli – ma sono cifre insufficienti, lo sappiamo. La politica si dovrebbe fermare un attimo e riflettere, su questo argomento, e’ arrivato il momento”.
(Ndr) – Le parole del Ministro sono quelle di chi ha sentito i “suoi” e si precipita ad assolvere, prima ancora che ci sia una vera inchiesta: aspetteremmo quella, da parte della Procura di Teramo, per esprimere giudizi. Sarebbe più prudente. Resta infatti una domana: perchè il sottopassato allagato non era bloccato, transennato, cioè perchè non c’erano ostacoli fissi e insormontabili? Così si ferma davvero la circolazione. Inoltre è da chiarire il ruolo di chi era presente dall’altra parte del sottopasso, come dice Matteoli: nessuno è accorso? L’auto finita nell’acqua era forse invisibile? Senza dare la croce addosso a nessuno, aspettiamo cosa dirà la Procura.
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