Non è sempre colpa della pioggia…
L’Aquila – (di Carlo Frutti, presidente Associazione nazionale difesa del suolo) – Dopo la tragedia si torna a parlare di dissesto idrogeologico e la causa è attribuita alle piogge intense, al maltempo, a questo inverno particolarmente rigido, scomodando magari gli assetti climatici mondiali e l’effetto serra. Purtroppo non è così.
Le alluvioni di questi giorni sono “figlie” di una gestione inadeguata del territorio, della mancanza di un attento monitoraggio e di opere di prevenzione delle situazioni a rischio determinate, quest’ultime, dalla presenza “antropica” e dalle ferite inferte al territorio per la realizzazione di insediamenti, spesso selvaggi, e di infrastrutture, spesso inutili o inadeguate.
La protezione ambientale dipende da una corretta gestione del suolo e implica un’accurata conoscenza della risorsa. Questa è una necessità impellente se consideriamo che gran parte del territorio abruzzese mostra preoccupanti fenomeni di degrado.
Bisogna investire sul territorio comprendendo che la spesa per l’emergenza è almeno dieci volte superiore ai costi di una attenta prevenzione e troppo spesso, nell’emergenza come nella quotidianità, gli interventi sul suolo sono realizzati sulla base di progetti “fotocopia”, con indagini geologiche e geotecniche approssimative, opere puntuali che non tengono conto del territorio nel suo complesso, frutto del clientelismo elettorale e localistico, con finanziamenti a “pioggia” e provenienti da ministeri ed enti diversi.
Non sono, altresì, esaustivi i numerosi piani (leggi PAI) e la pletorica (e costosa) cartografia prodotti senza una puntuale e condivisa conoscenza, tra tecnici ed imprese, tra amministratori locali e parti sociali, delle problematiche, delle emergenze, delle modalità d’intervento e delle tecnologie innovative da applicare, senza una nuova cultura della qualità nelle scelte progettuali ed esecutive.
Basta pensare a quanto avviene con i fiumi che sono lasciati al quasi totale abbandono in carenza di normative che stabiliscano le competenze tra regione, province e comuni, sulle aste fluviali principali e secondarie ed a causa di veti ambientalisti ideologici e che vietano la ripulitura degli alvei, il consolidamento strutturale degli argini e il prelievo di inerti, tutti elementi che nel tempo, in assenza di adeguata manutenzione, determinano pericolose esondazioni.
Per non parlare degli interventi preventivi, della assenza di vasche di espansione e delle polemiche sulle scelte progettuali; ma nel frattempo molte zone industriali, aree che ospitano grossi centri commerciali, infrastrutture viarie e decine di altri siti in Abruzzo, sono a grave rischio esondazione, ma nulla si programma, nessuno interviene.
Denunciamo in tal senso le numerose e confuse attribuzioni delle competenze sui fiumi e per la gestione delle acque, dall’ autorità di bacino, alle province, ai comuni.
Per le normative datate e le problematiche di gestione è necessaria sicuramente una legge regionale per il riordino delle competenze sui corsi d’acqua.
Non esiste soprattutto un organismo regionale che coordini le politiche sul territorio frammentando tra più Assessorati, Dipartimenti e Servizi, le azioni di tutela ambientale, protezione civile e difesa del suolo
Come è noto, l’attuale assetto organizzativo delle strutture regionali frammenta le competenze e le attività svolte – una tra molte sulle rete idrografica – con la conseguenza che risulta difficile acquisire un quadro d’insieme completo sia delle esigenze di intervento, sia dell’efficacia delle azioni svolte.
E’ proprio sul campo dell’interazione che l’A.Di.S. chiede alla Regione in primis, ed a tutti gli Enti territoriali, di trovare un linguaggio ed un percorso comuni.
L’obiettivo che va perseguito è quello di favorire condivisione di un patrimonio comune di esperienze e di conoscenze, e della redazione di percorsi progettuali di qualità, omogenei e sinergici, ai quale debbano uniformarsi gli Enti per le opere di difesa del suolo.
Le richiamate esigenze di unitarietà nel settore della difesa del suolo non possono trascurare la necessità del coinvolgimento e del consenso da parte degli enti locali, sia a livello di amministrazione che di conduzione tecnica
Sviluppare attente politiche di tutela ambientale, protezione civile e difesa del suolo in Abruzzo significa intervenire su un sistema territoriale complesso caratterizzato da un intenso sviluppo urbano, economico, turistico e culturale e dalla presenza di elementi significativi di fragilità idrogeologica e ambientale, dai fiumi alle coste, dai versanti in frana alle infrastrutture di comunicazione. Dobbiamo operare su più fronti e con strumenti diversificati, che comprendono la realizzazione di opere strutturali importanti, una pianificazione urbanistica e territoriale attenta alla valutazione preventiva del rischio e degli effetti ambientali indotti, la manutenzione delle opere del territorio.
Con lo sviluppo del decentramento amministrativo in una logica di sussidiarietà si verrà a creare uno scenario organizzativo che implica il coinvolgimento di una pluralità di attori istituzionali nella definizione e attuazione delle politiche di difesa del suolo.
Va istituzionalizzato un nuovo approccio culturale, basato sulla interdisciplinarietà e sull’integrazione delle politiche territoriali, in coerenza con i nuovi indirizzi legislativi nazionali ed europei in una logica di sviluppo sostenibile.
Le proposte del’A.Di.S.
Un primo passo in questa direzione va compiuto con l’istituzione un Osservatorio Regionale di Difesa del Suolo che metta a sistema le attivita’ delle diverse strutture regionali, dell’ Universita’, dei centri di ricerca e delle associazioni specifiche (come l’A.Di.S.), dei professionisti, delle imprese e degli operatori del settore: un Osservatorio che rappresenti un qualificata sentinella e che funga da vera cabina di regia per l’intero territorio regionale, di supporto alle scelte programmatiche e d’intervento della Giunta regionale e delle amministrazioni locali, dalle province alle comunità montane, dai consorzi ai comuni, anche attraverso la creazione di un Servizio Geologico Regionale, enti che troppo spesso, per scelte clientelari si trovano a gestire, senza coordinamento e spesso con scarsa competenza degli uffici tecnici, ingenti risorse che vengono dilapidate in interventi puntuali, inutili e disomogenei.
Dall’Osservatorio deve conseguire la costituzione di una Agenzia Regionale di Difesa del Suolo come uno strumento operativo che massimizza l’efficacia delle attuali risorse disponibili, organizzata con strutture di gestione asciutte e qualificate, tali da non gravare in termini di costi e di iter burocratici.
Gli obiettivi sono quelli di dare piena ed efficiente funzionalità al settore, con una graduale progressiva qualificazione del personale che vi opera, con una maggiore disponibilità e attenzione verso le problematiche del rischio, idrogeologico e dell’uso delle risorse idriche con migliori capacità e rapidità di intervento, sulla base di standard e procedimenti unificati a scala regionale, consentendo, quindi, un più attento rapporto con gli enti locali, con gli operatori economici, con le attività produttive e imprenditoriali
fino ai singoli cittadini, che vivono e operano attorno alla rete dei nostri corsi d’acqua e lungo le nostre coste.
Fondamentale, infine, che il cittadino torni ad occuparsi, in prima persona, del controllo del territorio, del monitoraggio, per individuare le piccole e grandi criticità ambientali, non delegando solo a politici, amministratori e funzionari pubblici la migliore gestione dell’ambiente, ma contribuendo con una attenta e costante “vigilanza” ad una corretta e coerente programmazione degli investimenti.
Ed al prossimo disastro non prendiamocela di nuovo con la pioggia !!!
Carlo Frutti
Presidente dell’Associazione Nazionale Difesa del Suolo
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