Viadotti allagati, fiumi e fondali non dragati: ma che Abruzzo è questo?


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Nella foto che ormai ha fatto il giro dei mass media, il sottopasso di Mosciano il 2 marzo) – PRIMO CONTO: DANNI PER ALMEBNO 30 MILIONI NEL TERAMANO – Da quando eravamo bambini (molto tempo fa), Pescara si allaga. E anche la zona ovest dell’area aquilana. Da quando eravamo giovani cronisti, il porto canale adriatico ha fondali troppo alti. Da un’infinità di tempo, sottopassi e tunnel si allagano. Da sempre, i deflussi delle autostrade danneggiano coltivazioni e campagne. Da sempre, se piove più do 20 ore, è il disastro, le strade franano, i ponti si sbocconcellano, le colline vengono giù, i bacini di irrigazione tracimano. Per non parlare delle spiagge, spicinate dalle mareggiate, anche questo da trent’anni almeno: sempre la stessa solfa. Come funziona questo Abruzzo tutto a rischio, tra terremoti , erosioni, e altissima minaccia idrogeologica?
Leccandoci le ferite del dopo maltempo, ci poniamo e poniamo a chi guida le istituzioni alcune domande, senza enfasi e senza rancore. Ma con mille dubbi e incertezze.

Domanda uno. Perchè i sottopassi grandi e piccoli si allagano? Esiste una manutenzione dei deflussi? O non ci sono? Quello di Mosciano, costato una vita, è stato invaso da alcuni metri di acqua. Possibile che un’opera stradale moderna si allaghi? Perché, mentre l’allagamento cresceva a dismisura, nessuno ha sbarrato il varco ai veicoli? Dov’era chi doveva adottare una misura tanto semplice, quanto elementare? Si è parlato di dilettanti allo sbaraglio, da parte di qualche politico. Ma c’è stato un morto. E non è lecito né scherzare, né fornire risposte raffazzonate e arruffone. O peggio, elusive. Confidiamo nella Procura di Teramo.

Domanda due. Perché i corsi d’acqua – tra loro il fiume Vibrata, dalla corrente molto veloce (dovrebbero saperlo tutti) – non vengono periodicamente ripuliti, e i loro alvei e letti sgomberati dal materiale di deposito? L’ultimo intervento, dicono ad Alba, è del 1979. Chi è competente? Chi omette, tralascia, ignora un’esigenza plateale, in una zona già parecchie volte alluvionata proprio da fiumi e bacini di irrigazione? Confidiamo ancora nella Procura di Teramo. La stessa che ha indagato chi ha costruito la Teramo-Mare con il fiume Tordino che la erode, tanto è vicino.

Domanda tre. Dobbiamo ritenere che ancora una volta chi è responsabile dei mancati dragaggi nel porto canale di Pescara, degli allagamenti dei sottopassaggi e delle mancate misure di sicurezza, della mancata manutenzione degli alvei fluviali e di tutto quanto è riferibile a responsabilità umane, resterà “coperto”, ignoto, inamovibile, indenne?

Domanda quattro. Esiste e funziona a dovere la Protezione civile? Esiste un coordinamento utile degli interventi urgenti e razionali? Esistono delle persone alle quali fare capo nelle emergenze? Dai fatti,pare di no. Tante abnegazioni, tanti sacrifici, qualche volta veri eroismi,spese enormi, ma risultati zero. In alto hanno capito che qualcosa non funziona? O basta loro la solita sfrontata corsa agli stati di calamità e alle spremiture di denaro pubblico, da gestire poi in modo clientelare, oppure da far sparire, come avvenne per l’alluvione di Tortoreto del 2007?

DANNI ENORMI – Intanto c’è già chi prepara il conto. Danni per 30 milioni solo sulla rete viaria provinciale teramana e la Regione chiede lo stato d’emergenza. A questi, naturalmente, devono aggiungersi quelli subiti dai singoli Comuni, quelli, elecancati stamattina dal presidente del Ruzzo “depuratori fuori uso, reti fognanti idriche saltate, interi comuni senz’acqua”. Ieri mattina i sindaci hanno potuto confrontarsi con il presidente della Regione Gianni Chiodi e con l’assessore regionale alla Protezione Civile, Gianfranco Giuliante e rappresentare le necessita’ e le urgenze cui far fronte in queste ore nelle quali resta alta l’allerta in un territorio martoriato da un’alluvione che ha messo in ginocchio aziende, rete stradale, depuratori, reti fognanti. L’incontro e’ servito a mettere a fuoco alcuni punti fermi: la Regione Abruzzo chiedera’ lo stato d’emergenza; ai sindaci, Giuliante e Chiodi hanno consigliato di emettere subito le ordinanze e di procedere per gli interventi di sistemazione con la “somma urgenza” disponendo l’impiego di fondi che potranno essere regolarmente rendicontati e che non verranno conteggiati nel cosiddetto ‘patto di stabilita”; a breve presso la sede aquilana della Protezione Civile sara’ convocata una riunione operativa con i Comuni nel corso del quale saranno fornite le indicazioni per approntare tutta la documentazione che servira’ a supportare la richiesta dello stato d’emergenza. Il confronto, inoltre, come ha puntualizzato il governatore Chiodi, e’ servito anche a fare il punto sulle priorita’ e sui danni subiti dai vari Comuni. Per quanto riguarda la dichiarazione dello stato d’emergenza, Giuliante ha dichiarato di voler agire sul Governo d’intesa con la Regione Marche che ha subito altrettanto duramente i danni provocati dalle piogge torrenziali. La Provincia, dal canto suo, ha gia’ approntato una scheda sui danni e sta raccogliendo la documentazione tecnica, fotografica e video. “Abbiamo bisogno di risorse subito – ha affermato Catarra, presidente della Provincia – nessun ente locale, parlo anche da Sindaco (primo cittadino di Notarsco, ndr), e’ in grado di far fronte economicamente a questa emergenza e non possiamo aspettare ne’ mesi ne’ anni per un ristoro”. Oggi si e’ deciso di chiudere, solo di notte, dalle 20 alle 7, un altro ponte, quello sulla 553 all’altezza di Fontanelle.


04 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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