Centro storico, riunione su mozione per ripristino “cardo e decumano”
L’Aquila – In comune oggi riunione operativa sulle modalita’ attuative della mozione, approvata dal consiglio comunale e successivamente condivisa anche dal consiglio provinciale, per l’individuazione di un’area a fattibilita’ immediata per il centro storico, corrispondente all’asse corso Vittorio Emanuele II – corso Federico II, via San Bernardino e piazze limitrofe (piazza Duomo, piazza Palazzo).
All’incontro, convocato dal presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti e dal presidente della commissione Garanzia e Controllo Enzo Lombardi, che avevano presentato la mozione, oltre che dal vice presidente della commissione Ricostruzione della Provincia Pierpaolo Pietrucci, hanno preso parte il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, gli assessori alla Ricostruzione Pietro Di Stefano e alla Ricostruzione del Patrimonio Artistico Vladimiro Placidi e i dirigenti e tecnici comunali competenti.
“Recentemente il Tar – hanno dichiarato Benedetti e Lombardi – ha ribadito la centralita’ dei consigli comunali nella gestione dei processi si ricostruzione. La nostra mozione va, per l’appunto, in questa direzione. Gli assessori comunali hanno dato immediatamente seguito alla nostra proposta, predisponendo gli atti necessari ed effettuando riunioni sul problema dei sottoservizi. Ancora mancano, invece, atti conseguenti da parte della Struttura Tecnica di Missione e del commissario alla Rricostruzione. Ai fini della verifica delle modalita’ attuative del provvedimento – hanno proseguito Benedetti e Lombardi – occorre affrontare i problemi legati alla cantieristica, alla sicurezza, ai sottoservizi, alla movimentazione degli inerti e al ripristino delle attivita’ commerciali presenti alla data del sisma. A questo scopo abbiamo stabilito un cronoprogramma di incontri operativi, insieme con l’ente provinciale, che sostiene formalmente la mozione, al fine di dare concretezza e attuazione alla nostra iniziativa”.
“Le opere provvisionali che, nonostante i fermi forzati dovuti al flusso irregolare dei finanziamenti, sono pressoche’ ultimate – ha dichiarato l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano – consentono di avere le necessarie condizioni di sicurezza nelle aree cantierabili. Per quanto riguarda il secondo problema, legato ai sottoservizi, a seguito di incontri con gli enti gestori abbiamo ottenuto due importanti risultati: tutta la rete dei servizi verra’ sistemata nel sottosuolo, in secondo luogo vi saranno cavidotti collettivi, con la sola eccezione dell’impianto di erogazione del gas, come prevede la legge. In questo modo tutti i gestori potranno effettuare i lavori con un unico scavo. L’asse individuato dalla mozione – ha spiegato ancora l’assessore – costituisce la spina dorsale del centro storico e ad esso si legano diverse piazze, tra cui le due principali, sia per le rispettive funzioni anche in termini sociali e di aggregazione, sia in quanto spazi aperti in funzione della cantieristica. Lungo quest’asse vi sono aree in cui le norme del Prg consentono di intervenire, altre per le quali si dovra’ individuare, insieme con la Provincia e con il consiglio comunale, una normativa fluida, che garantisca snellezza nei procedimenti, tempi certi e nello stesso tempo estremo rigore nella tutela delle architetture. Un dato importante – ha proseguito l’assessore – e’ che abbiamo rilevato una grande dinamicita’ in termini di risposte dei cittadini, a dimostrazione di come la scelta del consiglio rappresenti una volonta’ condivisa. Vi sono state, infatti, 125 proposte di intervento per l’asse individuato dalla mozione, ossia quasi il 100 per cento. Ci preoccupa una circostanza tuttavia – ha concluso Di Stefano – legata alle richieste di demolizione e ricostruzione, relativamente poche, per la verita’, in quest’area, ma piu’ diffuse a livello generale. Non vorremmo che questa scelta sia effettuata sulla base della convenienza economica e non della reale necessita’ dell’abbattimento per ragioni di sicurezza. Per questo motivo occorre una normativa piu’ adeguata, onde evitare quelle che sarebbero scelte suicide, sia sotto il profilo urbanistico che storico architettonico, a fronte di un risparmio solo apparente, dal momento che, invece, andrebbero a lievitare i costi per la movimentazione delle macerie, nonche’ i tempi di recupero”.
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