Protezione civile inesistente, un esposto-denuncia per istituzioni e politici
L’Aquila – LO HA ELABORATO L’AVV. ALESSANDRONI – Un esposto-denuncia alla Procura dell’Aquila che potrebbe avere clamorose conseguenze penali nei autorità e istituzioni. Lo ha preparato l’avvocato aquilano Fabio Alessandroni, per conto dell’Associazione 309 Martiri e di numerosi privati cittadini. E’ lo stesso legale a confermarlo ad InAbruzzo.com
L’esposto, contro ignoti, chiede l’avvio di un procedimento penale nei confronti dei soggetti istituzionali nazionali e locali – da identificare quindi, ma dalle identità intuibili – che per legge (nazionale e regionale) erano tenuti, prima del 6 aprile 2009, ad adottare misure adeguate di protezione civile. Tali misure, sempre per legge, ritiene l’avv. Alessandroni, avrebbero dovuto essere ampiamente divulgate alla popolazione.
I soggetti tenuti alla tutela della popolazione sono i sindaci, gli assessori alla protezione civile dei comuni, il presidente della provincia e il suo assessore al ramo, il presidente della regione e il suo assessore al ramo, e le autorità nazionali. Alla Procura non si chiede di procedere nei confronti di individuate personalità , ma di valutare serenamente, sempre in base a precise norme di legge sulla tutela della popolazione, se i soggetti individuati come competenti nel periodo precedente il terremoto, in presenza di forti scosse e sciami sismici durati mesi, abbiano o meno compiuto tutto il loro dovere. Che era quello – dice la legge – di imnporre cautele e comportamenti idonei a salvare delle vite umane. Tradotto in pratica, se fosse esistito davvero un piano per la protezione civile, ci sarebbero state aree di fuga e di raccolta ben organizzate, e sarebbero state date indicazioni e istruzioni per servirsene. Se la gente avesse saputo dove recarsi quando c’era una scossa, vi si sarebbe recata con calma e consapevolezza, per tutto il tempo necessario: e qualcuno avrebbe potuto salvarsi. La predisposizione di strutture e spazi, e l’informazione dettagliata della popolazione, che peraltro ancora oggi non ci sono, sono – dice l’avv. Alessandroni – un obbligo di legge e non una generosa elargizione delle autorità . A L’Aquila non c’era nulla di tutto questo, come oggi, dopo due anni, ci sono solo chiacchiere, sdegnose prese di posizione e accuse di “spargere fango” a chi solleva il problema.
L’esposto-denuncia sarà portato al vaglio della Procura. Si aprirà una fase giudiziaria che dovrebbe far tremare le vene e i polsi a molte persone. Si preferisce, invece, al momento, indulgere alle sterili polemiche e alla “damnatio” di chi solleva il problema. Un ennesimo, gravissimo errore della politica, che porterà conseguenze.
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