Piccone e Milo: boutades e invenzioni

L’Aquila – IL POLITICO NON E’ ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI A L’AQUILA – Come aveva già subito fatto ieri sera, alle prime avvisaglie della notizia sul proprio presunto coinvolgimento in un’inchiesta, il senatore Filippo Piccone, foto, assistito dal suo legale Antonio Milo, questa mattina è stato perentorio: “Non sono indagato, non mi risulta nulla, se mi avessero accusato di aver rubato la Madonnina di Milano sarebbe meno fantasioso… Una vera boutade incredibile… Non ho mai avuto contatti con imprese non abruzzesi, tanto meno napoletane o campane. Ho appreso tutto dai giornali… assurdo”. L’avv. Milo ha dichiarato dal canto suo di aver parlato con il magistrato che si occupa delle possibili infiltrazioni malavitose negli appalti per la ricostruzione, la dottoressa Picardi, la quale gli ha confermato che “il senatore non è iscritto nel registro degli indagati”. Finisce così, almeno per il leader del PdL in Abruzzo, la “bufera” mediatica sul presunto coinvolgimento del politico nelle indagini. Il procuratore capo Rossini è palesemente infastidito: “Non parlo, non posso rispondere, non faccio come altri magistrati di qualche ufficio che parlano con facilità…” ha detto alle telecamere.
Smentita, dunque, e la più perentoria. Con annessa precisazione: ricorreremo alle vie legali. Le notizie, che poi evidentemente non sono tali, almeno secondo i diretti interessati, sono arrivate – come riferito la scorsa notte – da ambienti napoletani e da intercettazioni, nelle quali qualcuno degli “attenzionati” (come dicono i verbali di polizia) sarebbe stato sorpreso a parlare con un politico abruzzese. Quel politico, secondo indiscrezioni diffuse ieri sera, sarebbe stato Piccone. Per fare cosa? Non si sa. Si è parlato di appalti. Ma Piccone insiste: “Voci fantasiose, inesistenti… se delle intercettazioni si fa questo uso, carpendo una parola o un’allusione per creare un caso che non esiste, allora è davvero urgente normare il settore…”.