Gran cinema: aspettando la notte degli Oscar, godendosi i “Lamponi”


(di Carlo Di Stanislao) – “E’ un simbolo perfetto dell’industria cinematografica: un uomo con un corpo forte e atletico che stringe in mano una grossa spada scintillante, e a cui è stata tagliata una bella fetta di testa, quella che contiene il cervello”, ha detto di questo premio la sceneggiatrice Frances Marion ed aveva perfettamente ragione. L’Academy Award, comunemente conosciuto come Oscar,è il più importante premio cinematografico del mondo, con premi conferiti dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences, un’organizzazione professionale onoraria, costituita da personalità che hanno portato avanti la loro carriera nel mondo del cinema quali attori, registi, produttori e tanti altri e che, dal 2007, conta oltre 6.000 membri votanti. Ultimi preparativi al Kodak Theatre di Hollywood dove alle 15 del pomeriggio, mezzanotte in Italia, il celebre tappeto, lungo 150 metri e largo 10, sara’ scoperto assieme alle 23 grosse statue di zio Oscar, disposte lungo il percorso, con partenza della edizione n. 83 della più importante premiazione del cinema al mondo. A presentare gli attori Anne Hathaway e James Franco, che figura tra i nominati come miglior attore protagonista per 127 hours. Uniche italiane Antonella Cannarozzi, candidata per i costumi di Io sono l’amore e Elisabetta Canalis, ma solo come fidanzata di George Clooney. Il bel paese si puo’ consolare grazie alla presenza del made di Italy fra gli abiti delle star, ma è davvero una magra consolazione. Tra favoriti, Il discorso del re, che ha incassato il pieno di nomination, ben 12, e Natalie Portman, star de Il cigno nero, per il quale ha già vinto il Golden Globe come miglior attrice protagonista. Naturalmente quella che scatena più discussioni è la categoria del miglior film, che è stata estesa da cinque a dieci candidati da due anni. Il favorito è senza dubbio “Il Discorso del Re”, che racconta la storia di Re Giorgio VI d’Inghilterra e dei suoi problemi di balbuzie, con un Colin Firth, che interpreta Re Giorgio, che è con tutta probabilità colui che ritirerà anche la statuetta per il miglior attore protagonista, mentre un altro inglese, Christian Bale, è il grande favorito per l’Oscar al migliore attore non protagonista per il dramma sulla boxe The Fighter. Anche il regista de Il discorso del Re, Tom Hooper, ha buone chance di vincere la statuetta per la regia (anche se il favorito è David Fincher per The Social Network). Ai membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences infatti piacciono molto i cosiddetti “period pieces” con precisi riferimenti storici e il film di Hooper riesce a accompagnare lo spettatore nella Seconda Guerra Mondiale esattamente come fece Re Giorgio VI con i suoi sudditi. Non è molto probabile che “Il discorso del Re” possa essere battuto da uno degli altri nove film candidati all’Oscar per la migliore pellicola. I concorrenti più temibili sono “The Social Network”, che ha vinto numerosi premi minori all’inizio di stagione e “Il Grinta”, il western dei fratelli Coen snobbato dai Golden Globe ma apprezzato da pubblico e critica. Se Il discorso del re ha ottenuto infatti dodici nomination, “Il grinta” è arrivato a quota dieci, con candidature importanti come quelle per il migliore attore protagonista, Jeff Bridges (che l’anno scorso con la sua interpretazione in “Crazy Heart”, aveva vinto l’Oscar battendo proprio Colin Firth, candidato per “A Single Man”) e per la migliore attrice non protagonista, la giovanissima Hailee Steinfield, che ha dato straordinaria prova di maturità interpretando la quattordicenne Mattie, che assolda un soldato per vendicare il padre. Probabilmente, invece, la statuetta per la migliore attrice non protagonista andrà alla italoamericana Melissa Leo per “The Fighter”, mentre l’analogo premio per la migliore attrice protagonista è praticamente già assegnato a Natalie Portman, che sul set del film “ Il cigno nero”, ha incontrato anche l’amore: Benjamin Millepied, il ballerino che ha curato le coreografie del film e che è il padre del bimbo che la 29enne attrice porta in grembo. La Portaman con questo film discusso e discutibile, ha già vinto tutti i premi minori, dai Golden Globe ai Sag e ora si accinge a trionfare agli Indipendent Spirit Awards e agli Oscar, senza temere troppo la concorrenza delle altre candidate. Nicole Kidman per “Rabbit Hole” e Annette Bening per “I ragazzi stanno bene” sono le uniche che potrebbero avere una pallida possibilità di battere l’attrice israeliana, ma non crediamo sia molto probabile. In un anno ancora povero per il cinema italiano l’unica portabandiera è, come detto, la costumista Antonella Cannarozzi, candidata per i costumi di “Io sono l’amore”, di Luca Guadagnino e, forse, per amore antico per il cinema italiano, potrebbe anche farcela. Nella categoria miglior film straniero gareggiano: Biutiful di Alejandro Gonzalez Inarritu (Messico), Dogtooth di Giorgos Lanthimos (Grecia), In un mondo migliore di Susanne Bier (Danimarca), La donna che canta di Denis Villeneuve(Canada), Outside The Law di Rachid Bouchareb (Algeria). Io tifo a pieni polmoni per il film messicano, con Javier Barden, sublime, ma è robabile che, dato il momento, il premio vada al film algerino. Quanto a l’Italia siamo lontani dai fasti degli passati, anche se vi sono segni di ripresa. Checco Zalone batte Avatar; Robert De Niro recita per Veronesi; Sorrentino arruola Sean Penn; Virzì è arrivato a un passo dagli Oscar; Vallanzasca si vende in America; Servillo vola fino a New York con il caso Parmalat e Moretti punta a vincere Cannes. Il nostro cinema guarda di nuovo oltre i confini nazionali, ma solo una costustimista sarà stanotte in gara, per una statuetta che compie 83 anni. Il nome ufficiale della statuetta dorata è Academy Award of Merit, mentre vi sono varie versioni su come venne coniato il nomignolo Oscar: secondo la più accreditata, esso originò da un’esclamazione di Margaret Herrick, impiegata all’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, la quale, vedendo la statuetta sopra un tavolo, esclamò: “Assomiglia proprio a mio zio Oscar!”. La statuetta è placcata in oro 24 carati, è alta 35 centimetri e ha un valore commerciale di 295 dollari e inoltre i vincitori sono invitati a non venderla ma, casomai, restituirla all’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. premi vennero consegnati per la prima volta nella Blossom Room dell’ Hollywood Roosevelt Hotel di Los Angeles il 16 maggio 1929, ma i nomi dei vincitori erano già stati annunciati tre mesi prima. Per qualificarsi un film doveva uscire nella città californiana nei dodici mesi terminanti il 31 luglio dell’anno precedente. Dal 1934 la candidatura è valida se il film è uscito nell’anno solare precedente. Nella prima edizione vennero assegnati due distinti Oscar, uno per la migliore regia di una commedia (Academy Award for Comedy Direction) e uno per la migliore regia di un film drammatico (Academy Award for Dramatic Direction). Dalla seconda edizione non fu più fatta alcuna distinzione. L’evento sarà trasmesso live dalla emittente televisiva americana ABC, sponsor ufficiale dell’evento, mentre in Italia, La Notte degli Oscar 2011 sarà trasmessa in diretta su SKY dalle 23:55. Intanto, poche ore fa, sempre a Los Angeles, sono stati assegnati i Razzie Awards, i (poco ambiti) premi i dalla Golden Raspberry Award Foundation, ai peggiori film dell’anno. Una pernacchia d’oro per Jessica Alba, una per Ashton Kutcher e ben tre per “Sex and the City 2″. Ancor peggio è andata a “L’ultimo dominatore dell’aria” di M. Night Shyamalan che è stato il dominatore dell’edizione 2011, aggiudicandosi il premio come peggior regista, peggior film, peggiore sceneggiatura e peggiore attore non protagonista. Ciliegina sulla “torta andata a male” il film “vince” (per modo di dire!) casa anche il riconoscimento (tutto nuovo) sul peggiore uso del 3D. Invece a “Sex and the City 2″, che dopo le stroncature della critica, vanno i “riconoscimenti” come peggior sequel, peggior cast e peggiore attrice (un ex aequo per Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis & Cynthia Nixon). Eppure proprio Sarah Jessica Parker, pochi giorni fa, aveva annunciato il possibile arrivo del terzo capitolo. Nella categoria attori i “dominatori” sono: Ashton Kutcher, giudicato il peggior attore (per i film “Killers” e “Appuntamento con l’amore”) e Jessica Alba, peggiore attrice non protagonista del 2010 per le sue interpretazioni in “The Killer Inside Me”, “Vi presento i nostri”, “Machete” e “Appuntamento con l’amore”. I Golden Raspberry Awards (letteralmente “Premi Lamponi Dorati”), detti anche Razzie Awards (dall’espressione “to razz”: “spernacchiare”, “prendere in giro”), vengono assegnati, dal 1980, in una cerimonia annuale tenuta a Los Angeles per riconoscere gli attori, gli sceneggiatori, i registi, i film e le canzoni peggiori della stagione precedente. Fondato dal giornalista americano John J. B. Wilson, l’evento precede di un giorno l’assegnazione dei Premi Oscar. L’ironico premio consegnato dalla Raspberry Foundation consiste in un lampone appoggiato su un nastro Super8 dipinto in oro dal valore di 4,97 dollari.


27 Febbraio 2011

Categoria : Cultura
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