Supersantagnese, largo alle “devote”


L’Aquila – L’IMPORTANZA DELLO SPIRITO – (Foto: la confraternita Canta che te passa e un insieme in buonumore) – Con un voto plebiscitario per acclamazione, la badessa Bianca Iannella del Club Devote di Sant’Agnese si è aggiudicata ieri sera l’ambìta carica di “Superpresidente” nel corso della Sant’Agnese delle Sant’Agnesi 2011, la manifestazione organizzata al ristorante “La Bazzica” del capoluogo dalla confraternita Balla che te passa, con la partecipazione delle congreghe storiche aquilane legate al culto della patrona della maldicenza, appunto Sant’Agnese, che solo all’Aquila si celebra il 21 gennaio.
La nuova Superpresidente avrà l’onore e l’onere di organizzare con la sua confraternita la prossima edizione, la decima. Il Comitato ristretto ha stabilito che l’elezione sarebbe avvenuta con un metodo in stile “Corrida”: applausi per un voto favorevole, fischi e posate sbattute contro i bicchieri per un voto negativo. Uno dopo l’altro i possibili concorrenti sono stati impallinati, tutti apostrofati con l’invito “statte a casta”, finché la badessa ha trionfato.
All’evento hanno partecipato le confraternite Balla che te passa, Devoti di Sant’Agnese, Gruppo amici Sant’Agnese Pianola, Congrega del Bar Gran Sasso, Congrega Miseria e nobiltà, Antica e nobile congregazione di Sant’Agnese, Club Devote di Sant’Agnese.
Come piacevole new entry, i giovani della confraternita “Esso quissi quissi esso”, che si sono presentati alla maniera agnesina, bersagliando con “lencuate” la confraternita nemica dell’Accademia della Lonza e proponendo un loro brindisi tradizionale, molto apprezzato. È stato poi proposto un articolo del giornalista scomparso del Messaggero, Alessandro Orsini, cultore della maldicenza. Scritto nel 2003, il testo ha fornito spunti di riflessione molto attuali sull’importanza dello spirito di questa tradizione aquilana e la necessità di rilanciarlo. Si è così lanciata l’idea di un possibile “Manuale di Sant’Agnese”, da realizzare con i “saggi” delle varie confraternite, proposta su cui seguiranno incontri.
A ognuno degli oltre 80 partecipanti è stata consegnata una bottiglia del vino della confraternita Balla che te passa, battezzato ironicamente “’Na ciofeca”, mentre solo i presidenti delle congreghe hanno avuto in omaggio il liquore “Finocchietto” distillato dal mastro erborista della “Balla che te passa”, Gino Pelliccione, quest’anno divenuto tra l’altro Priore dopo le elezioni del 21 gennaio. Omaggi anche per i gruppi: tegole decorate ideate dalle Ceramiche di San Bernardino, i cui artisti hanno dipinto gli stemmi dei gruppi partecipanti su un coppo romano. La serata è stata allietata dalle musiche di Fabio ed Erica.

L’IMPORTANZA DELLO SPIRITO, IL DOVERE DI RILANCIARLO
(di Alessandro Orsini)
Vorrei sottoporvi, in maniera succinta, una riflessione sulle celebrazioni all’Aquila della ricorrenza di Sant’Agnese, che da noi è una sorta di patrona dei maldicenti. Forse il termine di patrona è un po’ forte, forse neanche appropriato alla laicità di quella che è una vera e propria celebrazione della maldicenza, ma dà l’idea di ciò che rappresenta all’Aquila la Santa.
Un aspetto particolare riguarda proprio lo spirito della ricorrenza. Uno spirito che forse è assente nelle centinaia di conviviali che il 21 gennaio di ogni anno animano i ristoranti cittadini dentro e fuori le mura. Un sintomo di questo spirito che manca è evidenziato proprio dal fatto che per quasi tutti gli aquilani Sant’Agnese è la patrona delle malelingue o, peggio ancora, dei pettegoli. Sappiamo invece che così non è e che invece la Santa “benedice” tra virgolette i maldicenti. La maldicenza, lo ricordo in maniera sommessa visto che tra noi ci sono fior di teorici dell’argomento, è il parlar male di qualcuno che sia comunque presente; cosa quindi completamente diversa dal pettegolezzo, che invece quasi obbliga all’assenza della vittima, al di là della veridicità o meno della voce, del sussurro, del venticello di chiacchiericcio che si fa spirare.
Credo quindi che sia opportuno lanciare proprio da questa conviviale un grido di allarme per far sì che questa festa venga apprezzata e divulgata per ciò che essa realmente rappresenta. Si potrebbe utopisticamente pensare anche di rendere omogenei alcuni aspetti esteriori della festa, quali l’aspetto gastronomico con la creazione di un menù tipico, oserei dire Doc; oppure di regolamentare le cariche, rendendole uguali per ogni congrega. Ma si rischierebbe in questo modo di appiattire la spontaneità e la fantasia che animano le varie comitive, congreghe e confraternite che si creano e si distruggono nello stesso giro della serata di Sant’Agnese per poi ricrearsi il 21 gennaio dell’anno successivo, magari diverse nei componenti ma non nello spirito.
Ecco, forse bisognerebbe lavorare proprio sullo spirito, divulgando anche attraverso pubblicazioni in forma breve da distribuire gratuitamente servendosi magari di qualche sponsor, il vero significato della ricorrenza di Sant’Agnese assieme ad una breve storia. Tra noi stasera ci sono persone che possono far scuola e ad esse mi rivolgo perché questo allarme, sommesso, venga da loro raccolto. Come Confraternita “Balla che te passa” siamo pronti a fare la nostra parte: non lasciateci soli.
(letto nella Sant’Agnese delle Sant’Agnesi 2003)


26 Febbraio 2011

Categoria : Cronaca
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