Caos Libia: parla imprenditore italiano
L’Aquila – (di Mardin Nazad) – Abbiamo potuto avvicinare Mauro Zingarelli, imprenditore World Service, una Società di import export, in Libia, di attrezzature italiane che spaziano dal rifornimento di camion per l’Enel e gru, a maioliche, pavimenti, ceramiche della Casal grande padana.
“Ho vissuto due anni a Bengasi e gli ultimi due a Tripoli dove ho casa e ufficio. Sarei dovuto partire prima venerdì e poi lunedì scorso, ma per una serie di casualità sono rimasto in Italia e, ovviamente non sono tornato”.
“Non è un caso che la rivolta sia partita dalla Cirenaica,dove i venti di protesta egiziani si sono sentiti; il popolo libico non è fatto di guerriglieri o guerrafondai e li livello medio della vita non è così basso come si può pensare. Il costo della benzina è molto basso, così come quell’elettricità. Ci sono più auto di grossa cilindrata in centro a Tripoli, e parlo di Ferrari e Porsche, che a Milano e Roma messe insieme”.
“La situazione è estremamente grave, in particolar modo nella Cirenaica, dove i ribelli hanno preso tutto il territorio; ci sono stati molti morti, tra cui diversi miei amici. La manifestazione è avvenuta in occasione dell’ anniversario del giorno in cui fu bruciato il consolato italiano a seguito della spiritosaggine del ministro Calderoli,che indossò una maglietta rappresentante Maometto, in quell’occasione la polizia sparò sui manifestanti. Ora la situazione è in mano agli insorti, l’esercito non c’è più, e proprio ieri il più piccolo dei figli di Gheddafi ha dichiarato di essere dalla parte dei manifestanti.
A causa della tardiva presa di posizione del nostro governo, che sta sulla bocca di tutti, vi è una reazione contraria agli italiani; per noi la situazione è ferma e tutti i contratti sono bloccati, ci vorrà un bel po’ di tempo prima che la situazioni si sblocchi. La mia segretaria si trova lì, a Tripoli, bloccata in aeroporto insieme ad altre 10000 persone pronte a fuggire.”
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