Riga: il piano c’è… e giù burocratese-politichese
L’Aquila – PAVIDA E FUGGITIVA, LA POLITICA CONTINUA A TACERE – Il Comune scrive: “Gli atti relativi al Piano Comunale di Intervento di Protezione Civile sono stati regolarmente trasmessi alla Regione Abruzzo, tanto è vero che il Comune dell’Aquila, a titolo di verifica, ne ha richiesto copia alla stessa Regione, che ha provveduto a consegnarla al Comune in data 22-2-11, come alla nota prot. n. RA/43947 del 22-2-11, nella quale si comunica la trasmissione dei documenti, consistenti in “n. 12 cartografie in formato Pdf, shapefiles e progetto, manuale operativo, schede raccolta dati e procedure”.
Il Piano Comunale di Protezione Civile fu approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 22 gennaio 2009 e fu elaborato in sinergia con la Regione Abruzzo, come confermato dagli atti attualmente a disposizione della direzione regionale del dipartimento di protezione civile, e, vista la qualità dell’elaborato, fu deciso dalla Regione stessa di applicarlo come modello sperimentale per tutti gli altri Comuni abruzzesi. Il documento, dopo il passaggio consiliare, fu trasmesso in via informale alla Regione Abruzzo alla fine del gennaio 2009, dal momento che il Comune dell’Aquila stava definendo l’iter di pubblicazione.
Pertanto tutto l’iter di predisposizione del Piano di intervento, relativo alla parte A (generale), parte B (lineamenti della pianificazione) e parte C (modelli di intervento), è stato completamente esperito dal Comune.
Probabilmente qualcuno ha voluto giocare sul fatto che non fu trasmesso ufficialmente, cosa che avvenne solo perché alla conclusione dell’iter di pubblicazione, quando cioè si sarebbe potuto consegnare il documento anche in via ufficiale, intervenne il sisma. Con questo, per quanto mi riguarda, chiudo qualsiasi polemica, ribadendo che il piano di protezione civile del Comune dell’Aquila, poi rivisitato alla luce della nuova situazione urbanistica e residenziale della città, non solo esisteva, ma doveva essere assunto come modello operativo per tutti i comuni abruzzesi. Dopo questa doverosa precisazione non intendiamo più fare polemica con nessuno, soprattutto con gli organi di informazione”.
(Ndr) – Se debba esserci polemica o no, e con chi eventualmente, non sarà Riga a stabilirlo o a decidere stop e alt. Figuriamoci se un giornale aspetta che sia un amministratore a decidere sulle polemiche. Quindi sintetizziamo come stanno, per noi, le cose. Quanto scrive Riga è puro burocratese basato su chiacchiere, date, citazioni, ufficialità e ufficiosità… figuriamoci quanto ce ne possa importare. E’ anche arrampicata sugli specchi piuttosto patetica. Rimane il fatto che, se ci fosse il terremoto, un vero piano non ci sarebbe, la popolazione risulterebbe informata a livello zero; non ci sarebbero aree davvero attrezzate, nè segnaletica per raggiungerle. Uno dovrebbe ricordarsi a memoria un comunicato del comune, magari di qualche mese fa, e farfugliare tentando di chiamare numeri che nel week end non rispondono, come quello indicato ieri da Linea Amica… Questa città, diciamo in sintesi, non è pronta nè attrezzata a dovere. Questo è quanto, 23 mesi dopo il terremoto. E Riga è l’assessore alla Protezione civile, cioè – a L’Aquila – l’assessore più importante. Ovvio che non possa essere l’unico a sopportare la responsabilità di questa situazione. Se ne traggano le conseguenze. No? Bene, allora le trarranno gli aquilani, che ricorderanno anche la rumorosa, goffa e pavida assenza della politica in questa storia allucinante.
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