Convegno su indice deprivazione
Pescara – L’applicazione dell’indice di deprivazione italiano in Abruzzo per le valutazioni d’impatto sociale sulla salute. Questo il tema del convegno che si e’ tenuto questa mattina a Pescara presso la sede della Agenzia Sanitaria Regionale. Ad introdurre i lavori e’ stato il dottor Felice Vitullo (Asr) che ha illustrato le tematiche generali e poi l’applicazione dell’indice di deprivazione nella nostra Regione. L’Id viene utilizzato per confrontare le condizioni di svantaggio socioeconomico comunale in analisi su scala nazionale. La sua applicazione puo’ pero’ essere utile anche per studi epidemiologici a livello locale. Nel corso del convegno il dottor Nicola Caranci (ASSR Emilia Romagna) ha illustrato i cinque indicatori (basso livello di istruzione, disoccupazione, mancata proprieta’ della casa, densita’ abitativa e presenza di famiglie monogenitoriali con figli) che sono stati utlizzati per costruire l’indice di deprivazione e per misurare le dimensioni del fenomeno. Dallo studio condotto in collaborazione con l’Istat, l’Abruzzo si colloca in nona posizione (medio/ricca) dopo le regioni ricche del Nord e del Centro (da -1,35 a -0,24), seguito dal Molise, e poi da Regioni del Nord quali Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria). Il medio/basso Id dell’Abruzzo – ha spiegato il dottor Vitullo – e’ determinato soprattutto dalla piu’ bassa % di case in affitto (13,6% a fronte di un dato nazionale del 19,7%). L’unica variabile in lieve eccesso e’ la bassa istruzione (38,2% rispetto al dato nazionale del 36,5%). L’Id comunale medio regionale si correla con la mortalita’: all’aumentare dell’Id cresce il rischio di morte. L’Abruzzo pero’ fa registrare la piu’ bassa percentuale di mortalita’ dopo Marche e Umbria. Pertanto la favorevole posizione socioeconomica (9^) e’ associata in questo caso ad una bassa mortalita’ (3^ posizione). In conclusione il dottor Vitullo ha anche spiegato come l’indice di deprivazione potrebbe essere un utile strumento da utilizzare nell’ambito della ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale che ammonta a 106 miliardi di euro. Se cosi’ fosse (ma c’e’ la contrarieta’ di diverse Regioni del Nord), l’Abruzzo potrebbe riuscire a guadagnare una cifra maggiore rispetto a quella erogata oggi dal Ministero della Sanita’ (2,326 miliardi di euro).
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