Discariche, Bussi resta tale e quale
L’Aquila – La discarica di Bussi, quella scoperta tre anni fa e rivelatasi la più grande e forse anche la più micidiale d’Europa, cresciuta sotto gli occhi di tutti (occhi opportunamente chiusi ad ogni livello, è evidente), resta tale e quale. L’argomento torna alla mente leggendo che l’assessore regionale Daniela Stati ha fatto deliberare dalla giunta regionale il cofinanziamento dell’analisi di rischio sanitario e ambientale per i siti (ex discariche comunali) che minacciano la contaminazione dell’ambiente. In Abruzzo se ne conoscono 150 su 391 esaminati. I comuni interessati sono 110 sul totale di 308. I soldi che dovrebbero risultare diponibili sono 2 milioni di euro, che saranno assegnati ai comuni, i quali dovranno poi provvedere integrando le risorse. Fin qui la notizia, diffusa dalla Regione.
Cosa accadrà per le discariche più mostruose, come quella di Bussi, che Wikipedia su internet definisce disastro provocato dall’uomo? Centinaia di tonnellate di micidiali veleni appena sotto terra, lungo il fiume, a pochi metri da strade, autostrada e ferrovie, nonchè dall’abitato di Bussi e Popoli. Una discarica in un parco naturale, per di più a breve distanza dall’ospedale di Popoli? Ve lo diciamo noi: non accadrà nulla, come per due anni non è accaduto nulla. I veleni che c’erano ci sono. Costo enorme per rimuoverli. Cause e vertenze giudiziarie interminabili per inchiodare i responsabili e costringerli a risarcire i danni. Nessuna sanzione per chi nel corso di decenni non ha visto, non ha sentito e non ha parlato: ambientalisti, sindaci, forze dell’ordine, sanità e privati cittadini muti e complici di chi – le grandi industrie chimiche ormai dissolte nell’ex polo di Bussi – facevano il loro comodo, intoccabili e padrone di tutto e tutti.
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