Ricostruzione? Senza una legge, ritardi, giri lunghi, fondi a gocce
L’Aquila – (di Mardin Nazad) – Stefania Pezzopane, assessore comunale, capogruppo PD provinciale, responsabile nazionale per la ricostruzione nel suo partito, per incarico di Bersani. Da sempre impegnata con parole, fatti ma, come lei stessa ripete spesso, con il cuore. Ecco l’intervista.
Utilizzando le parole dell’On. Casini, “Questa e’ una città morta in cui la ricostruzione è ferma al palo”… Secondo Lei, Assessore, quali sono gli elementi frenanti in questa fase delicatissima per la città?
—Non esiste una legge nazionale per la ricostruzione dell’Aquila, che detti regole certe e stanzi risorse concrete per la ricostruzione. Si va avanti solo con le ordinanze. Non ci sono risorse sufficienti per la ricostruzione e quelle poche che ci sono non sono in cassa. Mancano i fondi per far ripartire l’economia. La Zona Franca più volte sbandierata, è solo una chimera e molte delle attività economiche sono al palo. La governance, poi, è assurda. Come ha giustamente ha sottolineato di recente la segretaria della CGIL Camusso a L’Aquila, va detto basta ai commissariamenti. I poteri vanno restituiti agli enti locali.
La cosa paradossale è che l’on Casini, che è venuto un pò di volte a L’Aquila ha chiara la situazione, mentre il Commissario per la Ricostruzione Chiodi è soddisfatto di come vanno le cose. Forse non si è accorto della gravità della situazione.
Come potrebbe essere risolto il grave problema, messo in luce con il caso del pagamento del contributo autonoma sistemazione, della lentezza e della superficialità, da parte del Commissario Chiodi, accusato di aver cumulato oltre tre mesi di arretrato?
—Dal Ministero i fondi dovrebbero essere assegnati direttamente al Comune dell’Aquila, senza doppi e tripli passaggi, che rallentano l’estenuante iter burocratico. Inoltre il Governo e Il Commissario continuano ad assicurare che i fondi per la ricostruzione ci sono. Allora ci spieghino come mai il Comune dell’Aquila ha dovuto anticipare anche per il bimestre novembre-dicembre oltre 3 milioni di euro, in aggiunta ai 25 già anticipati nei mesi passati per poter erogare due delle tre mensilità arretrate. Al commissario Chiodi continuiamo a chiedere spiegazioni di questa inaccettabile sottovalutazione dei ritardi di erogazione nei pagamenti del CAS e delle altre spese legate all’emergenza.
Esiste un’alternativa a questa burocrazia che ostacola la ricostruzione?
—Nel periodo dell’emergenza tutto è stato fatto in deroga alle normali procedure, dunque tutto è andato più veloce. È chiaro che non si può agire sempre in deroga, ma sarebbe necessario dare poteri veri alle istituzioni locali, che devono lavorare in sinergia tra di loro. È inoltre fondamentalesnellire e velocizzare le normali procedure, tenendo sempre conto della necessità assoluta di rimanere nell’alveo della legalità. Per farle un esempio il Consiglio Comunale ha approvato nelle scorse settimane un ordine del giorno bipartisan, almeno per accelerare l’avvio dei lavori in centro storico e restituire una porzione di centro agli aquilani in dodici mesi. L’O.d.G. proponeva di richiedere al Governo l’attuazione di un intervento normativo ed economico-finanziario straordinario, calibrato sul modello del progetto CASE per la ristrutturazione della zona del centro storico. Ma paradossalmente la proposta è stata bollata proprio dal Commissario come un boutade.
Gaetano De Luca (fisico sismologo, Responsabile rete sismica abruzzese CNT – INGV ) e Christian Del Pinto (geofisico sismologo vulcanologo, Resp.Scientifico Centro Funzionale DPC Molise) hanno denunciato l’inerzia degli amministratori locali totalmente disinteressati a politiche di prevenzione serie basate su programmi scientificamente validi, rendendo di fatto impossibile qualsiasi intervento efficace di mitigazione degli effetti distruttivi di un nuovo potenziale evento significativo, dichiarando: “Si sta ricostruendo affinché tutto crolli di nuovo. Nessun politico locale ha inteso, né prima né dopo il 6 Aprile 2009, convocare il responsabile del monitoraggio regionale per valutare attentamente lo stato della situazione. Inoltre, attualmente, Roberto De Marco (membro dell’ex Gruppo Nazionale Difesa Terremoti e direttore dell’ex Servizio Sismico Nazionale ) censore degli studi di De Luca in base a cui si sarebbe potuta attuare una salvifica campagna di messa in sicurezza degli edifici, risulta essere stato nominato tra i periti a favore di alcune vittime dei crolli avvenuti nel 2009”. Cosa risponde?
—Credo che tutti i punti di vista e tutte le professionalità siano utili. Ritengo, tuttavia, che il Comune dell’Aquila stia facendo la sua parte, avvalendosi di professionalità interne alle sue strutture.
Tornando a parlare del presidente Chiodi, la Regione Abruzzo non intende più finanziare enti di ricerca giudicati «autoreferenziali» e «pesi che gravano sui cittadini abruzzesi»; a rischio di chiusura il Consorzio di Ricerche Applicate alle Biotecnologie (CRAB), con la conseguente perdita del lavoro da parte di numerosi e qualificatissimi collaboratori. Come siesprime in merito a questa situazione e a di fronte alla questione “borse di studio per gli studenti aquilani?
—Ritengo che ogni taglio alla cultura, a gli intelletti e alla professionalità locali siano un grave danno per il nostro territorio, con la conseguenza aberrante della fuga degli intelletti. Le professionalità e le emergenze che insistono sul nostro territorio vanno valorizzate. È gravissimo l’atteggiamento della Regione, che ha in carico la competenza delle politiche industriali e da cuici saremmo aspettati azioni concrete per la salvaguardia di un organismo importante come il CRAB. D’altronde è emblematica la morte del Parco Scientifico e Tecnologico ed è aberrante il silenzio di alcune istituzioni, come ad esempio la Provincia dell’Aquila, su queste e altre situazioni, tipo quella di Abruzzo Engineering. Da presidente della Provincia mi sono occupata di tutte queste situazioni. Oggi c’è un silenzio imbarazzante. Per quanto attiene le borse di studio ritengo sia scandaloso lo scippo dei fondi a danno dell’Aquila. Quei finanziamenti sono stati assegnati al capoluogo per venire incontro alle difficoltà degli universitari dopo il terremoto. L’assessore Gatti ha il dovere di ripristinarli integralmente.
L’Unione degli universitari ha inviato una diffida nei confronti del Comune dell’Aquila, e in particolare del sindaco e dei dirigenti competenti in materia di Ripianificazione e Urbanistica e di Bilancio e Patrimonio, per chiedere formalmente che vengano presi provvedimenti rispetto alla vicenda della casa dello studente San Carlo Borromeo. L’Unione degli universitari ha “accusato” il Comune di non aver “garantito” l’accordo di programma firmato il 16 giugno 2009 insieme a Regione Abruzzo, Regione Lombardia, Provincia dell’Aquila, Dipartimento di Protezione Civile e Curia Arcivescovile dell’Aquila…
—Il Sindaco ha già incaricato l’Avvocatura del Comune e il Settore Urbanistica di fare i dovuti riscontri del caso. Anch’io da Presidente della Provincia chiesi a tutti gli enti interessati, la convocazione di un collegio di vigilanza, nel dicembre 2009, per verificare tutti gli addebiti mossi in relazione a questa vicenda e per dare il massimo di trasparenza sulle procedure di attuazione dell’Accordo di programma.
E a proposito di Casa dello Studente… i 16 milioni di euro a suo tempo promessi dal ministro Gelmini per la ricostruzione della Casa dello studente sono stati effettivamente erogati? Che fine hanno fatto?
—I titolari di questa vicenda sono la Regione Abruzzo e l’Azienda per il Diritto allo Studio, a cui andrebbe chiesti maggiori lumi.
Per quanto riguarda il Centro Polifunzionale donato alla città dal Canada, mai aperto, invece?
—Anche in questo caso i fondi sono stati donati attraverso la Regione Abruzzo, che dovrebbe dare risposte trasparenti.
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