Cialente: “Il piano c’è” – La Fondazione: “Tiratelo fuori” – L’Associazione: nuove denunce


L’Aquila – NESSUNO SE N’E’ PERO’ MAI ACCORTO – INTANTO “RIGA SE NE DEVE ANDARE” – RIGA “DISPIACIUTO” – Il sindaco replica sul piano per la Protezione civile, la Fondazione 6 Aprile chiede l’eliminazione di Riga. Verini parla del rispetto che si deve comunque alla Fondazione. Giornata di fuoco, che riassumiamo.
Replicando alla Fondazione 6 Aprile, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha dichiarato oggi al Tg3 delle 14 che “un piano della Protezione civile esiste, ed esteva prima del 6 aprile 2009″. Secondo il sindaco, il piano era opera del sindaco precedente, Biagio Tempesta, e l’attuale amministrazione lo avrebbe solo rivisto e messo a punto.
Un’autentica rivelazione, visto che nessun cittadino aquilano ha mai visto o conosciuto tale piano, nè ne è a conoscenza, nè sapeva in passato, o sa oggi, come servirsene in caso di scosse. Fenomeni che si stanno nuovamente verificando in questi giorni. La prova è che in occasione delle ultime scosse, spintesi fino a 2,9 Richter, chi è tornato nelle case in muratura le ha abbandonate, senza avere neppure la minima idea di dove dirigersi: le aree di raccolta, prima struttura di ogni piano, non esistono o se esistono, nessuno ne è a conoscenza, perchè non sono note mappe dettagliate, indicazioni per raggiungerle, o attrezzature per un’accoglienza minima e immediata. Alcuni spazi indicati a suo tempo come aree di raccolta sono al buio di notte, sporchi, fangosi (come in piazzale di Collemaggio). Esattamente come la notte del 6 aprile 2009, quando chi fuggiva in spazi aperti di periferia, nella più totale confusione, incappò in bancarelle o mezzi commerciali parcheggiati per i mercati della imminente Pasqua. La città di Fermo, come è documentabile, a rischio sismico minore, ha piani perfettamente a punto, dettagliati, mappe policrome sul sito e pubblicazioni cartacee che raggiungono tutti i cittadini: ognuno sa dove fuggire se è necessario e cosa troverà. Sa chi è responsabile, quali numeri chiamare, a chi rivolgersi. A L’Aquila, città molto sismica (e ne sappiamo qualcosa) tutto ciò è inesistente. E chi lo rileva viene accusato di “gettare fango su tutti e su tutto”.
L’impressione è che questa volta la politica aquilana abbia da spiegare molte cose, non solo ai cittadini ormai infuriati, delusi, smarriti. Non lo farà certo sostenendo l’insostenibile. E avallando chi è titolare di deleghe e responsabilità di grande portata: la protezione civile a L’Aquila è la delega numero 1. E avrebbe dovuto esserlo anche in passato, disattenzione pesante di cui qualcuno sarà chiamato a rispondere.

RIGA – L’assessore Riga scrive: “Sono stupito e amareggiato per l’interpretazione che è stata data ad una mia comunicazione inoltrata ieri agli organi di informazione, al solo di scopo di fornire alcune precisazioni in ordine all’attività dell’amministrazione comunale. Il mio comunicato, non era e non voleva essere offensivo né nei toni né nei contenuti. Si tratta, peraltro, di cose che non appartengono al mio modo di essere e di fare politica, né ai miei valori. Sono molto dispiaciuto, pertanto, di aver dato tale impressione a un giornale di cui ho sempre apprezzato imparzialità, serietà e obiettività nell’informare i cittadini.
Ribadisco ai parenti delle vittime il sostegno e la vicinanza mia e dell’intera amministrazione comunale e rinnovo l’invito e la disponibilità a un incontro su qualsiasi problematica o necessità”.

FONDAZIONE 6 APRILE – (di Mardin Nazad) – La Fondazione “6 aprile per la vita”, questa mattina, ha convocato una conferenza stampa per denunciare l’atteggiamento del Comune di L’Aquila che, a due anni dal tragico sisma, ancora non attiva le dovute politiche di prevenzione utili per una zona ad alto rischio sismico come L’Aquila. “La nostra fondazione ha stimolato il Comune dell’Aquila a tirar fuori,ammesso che esista davvero, il piano di protezione civile comunale dato che in questi giorni ci sono state ripetute scosse – dichiara il Presidente della fondazione, dott. Vincenzo Vittorini- In risposta alla nostra richiesta, abbiamo ricevuto, da parte dell’assessore con delega alla Protezione Civile del Comune di l’Aquila, Riga, parole di fuoco da far riabbrividire. Ci ha accusati,addirittura,di gettare fango su tutto e tutti. La nostra parola d’ordine è prevenzione, per cui, dopo l’orrore accaduto, dire che “gettiamo fango”, nel momento in cui, invece, agiamo per la sicurezza comune, è indicativo di come si stia su due piani completamente diversi.”
“Dov’erano i punti di raccolta prima del 6 aprile? Lo chiediamo a voi; qualcuno lo sa?- interviene il dott. Visione- In quasi tutti i Comuni d’ Italia, il piano di protezione civile è presente sulla homepage del sito comunale; le aree di raccolte sono ben definite e segnalate. Noi invece? Sul sito abbiamo solo una serie di elenchi confusi dei quali non si capisce niente! E questo dopo ben due anni… Arrivano milioni di euro e non riescono a fare neanche una pubblicazione.”
“Dunque, come fondazione- continua Vittorini- chiediamo le dimissioni dell’ assessore Riga e chiediamo che il Comune e il Sindaco prendano le distanze dalle affermazione dell’assessore; se ciò non dovesse avvenire dichiariamo che da oggi in poi “6 aprile per la vita” non parteciperà più ad alcuna manifestazione in cui saranno presenti l’assessore e gli amministratori comunali.
Chiediamo anche a Regione e Provincia di prendere una posizione di fronte a queste affermazioni; ma soprattutto chiediamo che, se davvero esiste, venga reso pubblico questo piano di protezione civile! In ultimo,vogliamo che il 6 aprile prossimo, la città rimanga nel suo dolore e non sia terra di passerella per politici locali e nazionali.”
Intanto, l’associazione “309 martiri” continua nella sua lotta alla ricerca della verità e delle responsabilità su quanto accaduto. “Speriamo abbia inizio il 26 di questo mese il processo penale contro la Commissione Grandi Rischi- afferma il dott.Vittorini- Stiamo inoltre valutando la possibilità di un esposto denuncia nei confronti dei soggetti istituzionali,a livello locale, che non hanno fatto nulla per impedire la strage del 6 aprile 2009, perché esistono leggi regionali e nazionali a cui si dovrebbe far riferimento e che invece continuano ad essere violate. Mesi fa abbiamo preso schiaffi dal Premier quando ci ha definito “menti labili”,ora li prendiamo dagli enti locali per i quali “gettiamo fango”.

ENRICO VERIFINI (FLI): “In merito alla polemica tra l’Assessore Riga e i rappresentanti della fondazione 6 aprile, sento di dover fare alcune semplici considerazioni; In primis, al di là dei torti e delle ragioni, i toni che si utilizzano verso concittadini che hanno perso familiari nel terremoto, devono essere diversi da quelli utilizzati da Riga e frasi come “l’associazione getta fango su tutto e su tutti” sono da evitare assolutamente, se non per decoro istituzionale, almeno per rispetto umano di un dolore che troppi e troppo presto in questa città sembrano aver dimenticato, ma che di certo non hanno messo alle loro spalle tutti coloro che hanno avuto famiglie spezzate dall’evento sismico. Entrando poi in merito alla questione all’origine del contendere, sarà anche vero che il Comune ha predisposto i piani di protezione civile, (e ci mancherebbe altro), ma è altrettanto vero che poco o nulla è stato divulgato tra la popolazione che, me in primis, non saprebbe dove ricoverare in caso di necessità.
Le aree di attesa e di accoglienza della popolazione, seppur individuate dall’Amministrazione, non sono affatto conosciute dai cittadini e credo che invece si sarebbe dovuto provvedere a spedire ad ogni aquilano, un promemoria sulla loro ubicazione e sulle modalità di intervento previste. Non basta di certo una pubblicazione in qualche albo pretorio o in qualche sito(se c’è stata), a ritenere di aver fatto quanto necessario per dare una corretta informazione alla popolazione;
Anche una segnaletica attraverso cui identificare tali aree, sarebbe stata opportuna ma non c’è stata.
Invito quindi l’Amministrazione tutta, a predisporre subito un sistema serio di informazione per ogni famiglia del piano di protezione civile, nella nostra città doveroso dopo quello che è accaduto, ma anche a segnalare tutte le aree individuate attraverso segnali chiari e visibili; nel contempo invito anche Riga a moderare i toni, evitando polemiche e sgarbi nei confronti di concittadini resi giustamente molto sensibili sulle questioni dibattute per i sacrosanti motivi che è inutile ricordare.
La materia della sicurezza peraltro, dovrebbe essere insegnata dal Comune alla popolazione, e non il contrario, in una città che ha vissuto quel che L’Aquila ha vissuto”.


22 Febbraio 2011

Categoria : Cronaca
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