La gioia negata al cristiano


(di Carlo Di Stanislao) – Ci sono libri che mettono paura a chi detiene il potere. Forse anche così si spiega il paradosso di un bestseller pubblicato in America nel 1983, tradotto nelle principali lingue del mondo (ben quarantadue) e che arriva in Italia solo ora, col titolo “In principio era la gioia”. L´autore, Matthew Fox, prima della pubblicazione, era un padre domenicano, ma dopo venne espulso dal suo ordine, per iniziativa dell´allora cardinal Ratzinger, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Così Fox commenta l´accaduto: “Dalla reazione esagerata di Ratzinger al messaggio di speranza, creatività e responsabilità di questo libro, ho imparato che la fazione patriarcale del Cristianesimo è legata a filo doppio con il peccato originale (…). Ha definito questo libro “pericoloso e fuorviante” e mi ha fatto espellere dall´ordine domenicano (…). Io sono convinto che a essere pericolosa e fuorviante sia la crescita del controllo patriarcale, del pessimismo, dell´antropocentrismo e dell´ideologia del peccato originale”. Oggi, 17 febbraio, il Corriere della Sera dedica dedica un’intervista a Fox, dove il teologo ci spiega che Giovanni Paolo II (1920-2005) e Benedetto XVI sono “scismatici” rispetto al Concilio Vaticano II e alla parte migliore della Chiesa e che l’attuale Pontefice farà la fine di Mubarak, abbattuto dalla piazza cattolico-progressista, dai gay e dalle femministe. E poi, l’ex frate sospeso “a divinis”, si paragona a Martin Lutero (1483-1546) e si mostra in una fotografia, mentre affigge anche lui le sue tesi sul portone della cattedrale di Wittenberg. Il grande convertito inglese Chesterton esprime concetti molto simili a quelli di “Original Blessing” (il titolo originale del libro), ma sostiene anche che la Chiesa cattolica è il solo “posto dove tutte le verità si incontrano” . Nel suo libro su san Tommaso D’Aquino, egli parla del “vecchio puritanesimo agostiniano”e del pessimismo che l’Aquinate ha combattuto così fortemente. Quanto all’ecclesiologia, da Chesterton ad oggi la nostra conoscenza del mondo è cresciuta e abbiamo appreso dal Concilio Vaticano II che lo Spirito Santo lavora attraverso tutte le tradizioni. Questo sostiene Fox ed afferma che, per colpa di Agostino D’Ippona, la chiesa si è circondata di senso di colpa e di peccato, all9ontanantosi dalla gioia che era nel dettato iniziale e che si ritrova nei grandi mistici: San Tommaso, appunto, santa Ildegarda di Bingen, Francesco d´Assisi, Meister Eckhart, Giuliana di Norwich, Matilde di Magdeburgo, Teilhard de Chardin, Thomas Merton. Secondo Fox, fin dal catechismo ci è stato iniettato il “germe infettivo” dell’obbedienza a qualunque costo. Per questo spesso nella chiesa e nella società i cristiani hanno assunto ed assumono il ruolo dei sudditi più che dei cittadini. Ma nella storia personale e collettiva giungono dei momenti in cui si deve scegliere tra l’obbedienza a Dio e l’obbedienza agli uomini di potere, come leggiamo al capitolo quarto degli Atti degli Apostoli. Soltanto se la tradizione viene trasformata frequentemente può essere salvata come realtà vivente. Una conseguenza fatale del tradizionalismo è l’elusione di questioni assai serie. Sembra che le conferenze ministeriali tendano ad evitare i problemi teologici basilari. In un tempo in cui vengono attaccati tutti gli elementi fondamentali del cristianesimo, tale atteggiamento acuisce fortemente l’irrilevanza. Dice Hans Kung che “Non c’è lealtà nei confronti della Chiesa senza critica”, ma anche se è stato maestro di Ratzinger è evidente che non sia stato da lui compreso. Matthew Fox è sconosciuto in Italia. Eppure il nostro paese avrebbe un motivo in più per interessarsi di lui, vale a dire il fatto di essere la
patria di un altro ex frate domenicano che pure faceva paura al potere ecclesiastico e che per questo venne bruciato vivo il 17 febbraio 1600 a Roma in Campo de Fiori, Giordano Bruno. Pur nel rispetto delle proporzioni e senza voler fare in alcun modo di Fox un Bruno redivivo, vi sono tuttavia alcune concrete analogie: l´appartenenza all´ordine domenicano, l´ostilità della Chiesa gerarchica, l´importanza della scienza per la loro spiritualità, l´interesse per le altre religioni, e infine il nucleo stesso della proposta spirituale che per entrambi si caratterizza come religiosità cosmocentrica basata su tre punti fondamentali: 1) immanenza di Dio nella natura e conseguente abbattimento del dualismo Dio-Mondo;
2) spiritualità come riconoscenza verso la vita;
3) lotta contro la cupa ideologia del peccato originale.
Ora il libro tanto criticato di Fox apre la nuova collana chiamata proprio “Campo dei Fiori”, diretta da Vito Mancuso, e scomodamente dedicata alla libera ricerca spirituale, quella che condusse Giordano Bruno sul rogo dell´Inquisizione cattolica nella quasi omonima piazza di Roma. Prima e dopo di lui altri uomini e altre donne subirono la medesima sorte. Uccisi in modo che del loro corpo non rimanesse più nulla, le ceneri disperse nel Tevere o in Arno o nel Po, o semplicemente ammonticchiate con le verdure marcite e lo sterco degli asini e dei cavalli in un angolo della piazza dell´esecuzione, dove di solito si aveva un gran accorrere di popolo, e quindi di animali. Bruciandoli, si volevano impedire due cose: che sulla loro tomba si originasse un culto e che i loro corpi si ricomponessero nel giorno dell´ultimo giudizio al momento della “risurrezione della carne”. Sarebbe bello, oltre che giusto, che queste vittime del fanatismo venissero ricordate anche da coloro che oggi difendono la sacralità della vita, come monito esemplare per comprendere che non esiste modalità migliore di rispettare la sacralità della vita umana che non sia quello di rispettare la sacralità della vita umana libera, nella sua singolare autodeterminazione, e che quando non si è disposti a rispettare la libertà degli altri non è difficile che si giunga a non rispettarne neppure la vita fisica. Io sono convinto che senza il sacrificio di questi liberi cercatori della verità, noi non saremmo arrivati a godere della libertà intellettuale che oggi, tutti, cattolici e non cattolici, qui in occidente possiamo esercitare. Nella storia nessuno regala nulla, e se il potere della Chiesa cattolica (e di altre chiese in altre nazioni) è giunto a cedere il controllo sul pensiero esercitato per secoli con sistematico assolutismo, è stato principalmente a causa della forza di questo sangue innocente che, come quello di Abele il giusto, si è levato per secoli e si leva ancora oggi in grido verso Dio. La forza di questo sangue scorre potente nel libro di Fox un grido al ricongiungimento, nella gioia, con la radice più autentica del cristianesimo. Un libro che si inserisce nel solo di quella libera ricerca, senza la quale noi non saremmo arrivati a godere della libertà intellettuale che oggi, tutti, cattolici e non cattolici, qui in occidente possiamo esercitare.


18 Febbraio 2011

Categoria : Recensioni Libri
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