Rivolte in Nord Africa e Medio Oriente


(di Carlo Di Stanislao) – Dopo l’Egitto, la Tunisia, lo Yemen, la Giordania e l’Algeria, rivolte esplodono anche in Libia, allargandosi all’Iran ed al Medio-Oriente. Nella città di Bengasi, secondo quanto riporta il sito web Libia al-Youm, la polizia libica ha cercato di disperdere con la forza un sit-in di familiari di alcuni detenuti uccisi in una sparatoria nel 1996 nel carcere di Abu Slim, a Tripoli, radunatisi per chiedere il rilascio del loro coordinatore, l’avvocato Fethi Tarbel, arrestato per motivi ancora sconosciuti. Fonti locali riferiscono anche che la folla dei familiari sarebbe poi stata raggiunta da nuovi dimostranti, spingendo la polizia ad intervenire nuovamente. La Bbc, citando testimoni, parla invece di un lancio di pietre da parte dei manifestanti antigovernativi nei confronti della polizia libica, che ha risposto con gas lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma. Caricature di Gheddafi e slogan contro la dittatura riempiono da ieri i diversi blog che si sono uniti per sponsorizzare la giornata della collera. Il regime, preoccupatissimo, ha cercato di correre ai ripari con incontri con giornalisti e attivisti politici per avvertire su quali rischi sono connessi a una possibile rivolta e al “caos che potrebbe scatenarsi nel Paese”. Paese ricco ma con meno abitanti dell’Egitto, la Libia presenta da anni una dura repressione nei riguardi delle popolazioni della Cirenaica, da sempre contraria al regime e conta una nutrita schiera di militanti di Al Qaeda, che da vent’anni insegue l’obiettivo di eliminare Gheddafi. Ieri il Colonnello si è presentato in televisione, sfruttando le rivolte a proprio tornaconto. “i rifugiati palestinesi dovrebbero capitalizzare l’ondata di rivolte popolari nel Medio oriente, manifestando alle frontiere con Israele finché non verranno recepite le loro domande”, ha detto il leader libico, sostenendo che questa “invasione” verso Israele è una “proposta di pace”. Atteggiamento ondivago quello di Gheddafi, che all’inizio aveva espresso rammarico per la caduta di Ben Ali in Tunisia e in seguito ha invece dichiarato di appoggiare le rivolte arabe. In questo modo, uno dei probabili focolai di rivolta araba si sta dunque trasformando nell’ennesima protesta di massa. Come in Egitto e Tunisia, gli organizzatori delle proteste stanno utilizzando social network come Facebook per portare avanti le rivolte e hanno spinto il Paese a manifestare anche domani. Nel frattempo proseguono le rivolte anche nel Bahrain. Nella notte tra ieri e oggi, migliaia di manifestanti hanno occupato la piazza centrale di Manama, capitale del paese, e hanno lanciato appelli per portare avanti il terzo giorno di proteste. I dimostranti chiedono riforme politiche su vasta scala, compresa la fine del controllo della monarchia nella nomina di membri di rilievo del governo. E sulle ali dell’entusiasmo per il successo delle sollevazioni popolari delle ultime settimane in Nord Africa, in Iran si è risvegliata “l’onda verde”, che nel 2009 aveva fatto sperare in una svolta nel Paese mediorientale. Lunedì alcune migliaia di persone sono scese in strada, a Teheran, convocate dall’opposizione proprio sull’onda della protesta che ha attraversato il Nord Africa. Le forze dell’ordine hanno tentato di disperdere il corteo con un fitto lancio di lacrimogeni e diverse cariche e secondo alcuni media internazionali , i poliziotti avrebbero sparato sulla folla provocando almeno due morti e alcuni feriti. I siti internet dei opposizione riportano inoltre la notizia dell’arresto di almeno 250 persone. Circa poi gli sbarchi in Italia, una indiretta misura di contenimento è stata proposta l’altro ieri da Tremonti all’Ue: un meccanismo di ‘detax’ sull’Iva a vantaggio dei paesi mediterranei da cui provengono molti immigrati in Europa. Tremonti ha riferito che l’Italia e la Gran Bretagna hanno proposto di affrontare questi temi durante una prossima riunione dei ministri finanziari e che tutti gli altri paesi anno accettato. Pare, inoltre, che le continue pressioni del ministro Maroni, abbiano dato gli sperati frutti e che l’Europa infatti sia pronta ad intervenire in supporto all’Italia per il problema degli sbarchi clandestini. La Commissione Europea dunque fornirà la sua assistenza economica per finanziare la missione “Frontex” ( creata per bloccare gli sbarchi clandestini nel nostro paese) , senza però specificare la somma che intende finanziare. E mentre, a sorpresa, Silvio Berlusconi ha disertato la riunione di oggi a Catania, della task force per l’emergenza sbarchi, Maroni continua ad affermare che c’è la possibilità, nei prossimi giorni, di nuovi massicci sbarchi di clandestini. Per l’emergenza c’è il supporto anche dello stato del Vaticano, il quale, tuttavia, afferma che sia l’Italia che l’Europa dovevano aspettarsi i una ripresa degli sbarchi visti anche gli ultimi accadimenti e chiesto formalmente all’Ue di scendere in campo, per fornire supporto al paese in quanto da solo nessuno può rimediare a ciò che sta accadendo. Achille Serra, responsabile sicurezza dell’Udc, oggi sul Il Tempo, parla di possibile “esodo biblico” ed afferma che occorrerebbe battere i pugni in Europa, dove purtroppo il nostro paese conta davvero poco.


16 Febbraio 2011

Categoria : Storia & Cultura
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