Dopo voto, proclamazioni e giunte
L’Aquila – Il dopo voto è in Abruzzo un panorama definitivo, meno che a Giulianova, dove sarà il ballottaggio a collocare sulla poltrona del primo cittadino un uomo di centrosinistra come Mastromauro, o uno di centrodestra come Camèli. Pare che al momento tutti escludano apparentamenti, quindi la parola ai cittadini e ai liberi pensatori. Altrove i giochi sono fatti. A Pescara, domani lunedì insediamento del sindaco Arbore Mascia, che pare già aver modificato la rotta: si parla di 12 assessori, mentre prima si puntava su otto. Il sindaco deve sicuramente rispondere ai partiti, essendo, come egli stesso ha ricordato in un’intervista, “un uomo di partito”. Come sempre, c’è la ressa per imbarcarsi sulla diligenza di una città che fa gola al potere politico, e ai potentati danarosi, con molti appalti e molte opere pubbliche, e un peso economico notevole. Dove gira denaro, girano anche interessi, appetiti, seti inestinguibili
A Teramo l’eletto Brucchi, subito dopo l’investitura, punta anch’egli verso un esecutivo a 12 assessori. In Provincia acque meno tranquille, perchè c’è il ricorso al TAR contro il presidente Catarra: il quale, tuttavia, si dice certo del fatto suo. Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti, è un navigato politico e amministratore. Sale sul colle millenario da Fossacesia, comune marinaro modello, di cui è stato apprezzato sindaco. Ha una maggioranza ampia e sicura, dovrebbe procedere senza intoppi, mentre il defenestrato Coletti, convinto di non aver meritato la disfatta, mastica amaro e si chiede perchè. Ma, in politica e si sa bene, a molti perchè non c’è risposta. Pensiamo alle glorie immarcescibili del centrosinistra e del PD in Abruzzo: sembravano incrollabili e padroni del vapore. Non ne è rimasto in piedi uno, nel breve volgere di un anno. Sic transit gloria mundi. (G.Col.) (nella foto: Enrico Di Giuseppantonio, politicamente “tranquillo” alla guida della Provincia di Chieti)
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