La zona rossa? “E’ il crollo del lavoro” – Declina anche A.Engineering che studiò i rischi simici
L’Aquila – La città ha almeno due zone rosse. Una è quella in cui non si può più entrare, se non sotto scorta: il cuore devastato dalle scosse, tutto crolli, lesioni, crepe, puntellature e ricordi di 300 persone che ci hanno lasciato la vita. L’altra si sta formando:è il crollo del lavoro, dell’occupazione. Il lavoro è la vera “zona rossa” sociale. Lo ricorda Stefania Pezzopane, ribadendo invece che “questa provincia vuole tornare a crescere, ma questo obiettivo assieme a quello della ricostruzione diventa difficilissimo se il cinismo e l’incapacità continuano a farci perdere posti di lavoro”.
Continua la Pezzopane: “E’ grave quello che sta accadendo e lo impediremo. Al menefreghismo di Transcom si è aggiunto subito dopo il ricorso alla mobilità per i lavoratori di Tils. Stiamo pesantemente lavorando per una soluzione rapida con Telecom ed ora Abruzzo Engeneering che a causa dei mancati trasferimenti della Regione Abruzzo è costretta a ricorrere alla cassa integrazione. Mi sento di dire, anche alla luce dell’incontro avuto ieri con le organizzazioni sindacali, con i lavoratori e con il Presidente della Regione Gianni Chiodi che per Abruzzo Engeneering va immediatamente ridelineata una missione aggiuntiva a quella della banda larga su cui la società sta lavorando e che andrebbe immediatamente portata a compimento sul territorio provinciale e sul resto della regione. E’ un paradosso insopportabile che va immediatamente rimosso il fatto che Abruzzo Engeneering che ha competenze proprio nel campo d’azione della Protezione Civile per quanto riguarda la messa in sicurezza degli edifici ed altre missioni in questo momento necessarie come pane, sia esclusa e quindi portata al ricorso alla cassa integrazione mentre per questi servizi vengono coinvolte società, centri studi ed università non abruzzesi né tantomeno della provincia dell’aquila e questa volta si sa bene che non è di campanilismo che si tratta ma di opportunità di ripresa. Abruzzo Engeneering è il partner ideale della Protezione Civile per operare su un territorio che peraltro conosce a palmo. Gli enti locali stanno facendo più del dovuto. E’ arrivato il momento che governo e la Regione competenti in materia di politica industriale affrontino la situazione industriale ed occupazionale.
Questo territorio è in forte sofferenza e teme, anche considerando l’evidenza di chi sta vincendo le gare promosse dalla Protezione Civile che la ricostruzione la faranno altri. Ricostruzione è uguale lavoro per questa terra. Per questo ritengo necessario un piano straordinario per il lavoro da legarsi direttamente alla ricostruzione. Il Ministro Scajola che prontamente ha convocato Transcom sa che deve prendere necessariamente in considerazione questa straordinaria ed emergente situazione occupazionale che in soli tre giorni ha fatto registrare o la perdita del lavoro o il rischio della perdita o la cassa integrazione oltre 700 lavoratori. Persone che hanno già perso la casa, la loro città ed in alcuni casi persino gli affetti. Abbiamo bisogno di strumenti straordinari e a questo punto appare evidente anche ai più riluttanti che non si può tergiversare più sulla Zona Franca, sul rientro nell’obiettivo 1 e nell’87.2b. Non si può chiedere ad un territorio martoriato di farcela da solo. Dall’emergenza vogliamo passare alla ricostruzione in maniera attiva. Per questo vogliamo farlo con aziende e professionisti e artigiani e operai di questa provincia. Governo e Protezione Civile se ne facciano una ragione”.
Va ricordato, nota il cronista, che Abruzzo Engineering curò il famoso quanto occultato studio sui rischi sismici, che se fosse stato tenuto in considerazione, avrebbe forse reso meno tragico il terremoto aquilano, da nessuno prevedibile e previsto, ma predicibile sicuramente sì, come tutti sanno da secoli. Lo studio fu prodotto e scomparve: è nell’inchiesta della Procura. E tutti attendono delle verità e delle responsabilità che non ci stancheremo di pretendere a voce alta, fino al momento della verità: almeno quella giudiziaria.
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