Dignità del dolore, memoria per tutti e un monito: prevenzione autentica


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Nelle foto Vincenzo Vittorini e una riunione della Fondazione) – Il dr. Vincenzo Vittorini è il presidente della Fondazione per la vita 6 aprile. Medico aquilano di famiglia medica, nome importante nella storia cittadina. Oggi impegnato in una missione che è umana e dignitosa, nobile e difficile, in un ambiente provato e sconvolto come quello aquilano. Ricordare le persone morte di terremoto, alcune delle quali poteva non morire. Non livore e odio, ma colloquio con le istituzioni, spesso aspro e grintoso. “InAbruzzo.com” lo ha intervistato.

—Dr. Vittorini, con atto parlamentare si è deciso di celebrare un giorno della memoria, per le vittime del terremoto. Era ciò che la sua Fondazione 6 aprile desiderava?
I nostri obiettivi sono tre. Uno era il giorno delle memoria, vedremo come farlo, sperando che sia di portata nazionale. Il secondo era indire un concorso internazionale per il monumento alle vittime delle catastrofi e naturalmente del terremoto aquilano. Si parla di piazzale Paoli, vedremo. Il terzo obiettivo è la prevenzione nei confronti di tutte le calamità e da noi naturalmente del terremoto.

—La differenza tra voi e l’associazione 309 vittime.
Noi ci occupiamo del dopo terremoto, loro del prima, quindi della ricerca delle responsabilità.

—Come è andato l’iter di questo atto parlamentare?
Avemmo un contatto informale con il sen.Lusi, voluto da lui incuriosito dalle nostre iniziative e da quanto ne scriveva la stampa. Gli spiegammo la situazione. Lui condivise e oggi abbiamo avuto l’emendamento che riguarda il giorno della memoria.

—Cosa stanno facendo le istituzioni e come vi rispondono?
Abbiamo contatti con loro: Regione, Provincia, Comune dell’Aquila. Pensiamo alle vittime, a tutte le vittime. Vorremmo che il 6 aprile fosse una giornata dignitosa, intrisa di sentimento e sensibilità, non una parata. Potrebbe diventare la giornata della memoria – a L’Aquila – per tutte le vittime delle tante catastrofi italiane. Lusi lo ha capito, portando a livello parlamentare l’argomento.

—Chi non vi risponde?
La Regione e il Comune ci parlano. La Provincia ancora no. Speriamo che stia per farlo.

—Confermate la vostra clamorosa richiesta di dimissioni di tutti, da Chiodi al sindaco Cialente?
Chiariamo. Come Fondazione parliamo oggi con chi ha gestito il prima del terremoto, e sta gestendo il dopo: le stesse persone, tranne Del Corvo che è arrivato dopo, e la Pezzopane che ha un altro ruolo. Noi non siamo più gli stessi , invece: molti di noi non ci sono più e chi è rimasto è profondamente cambiato. Loro sono gli stessi, coloro che prima del sisma annunciato e riannunciato dalla natura, non adottarono una sola misura preventiva. Oggi tutti accusano solo la Commissione Grandi Rischi. Possibile che “prima” nessuno potesse fare nulla? E se la gente fosse stata meglio informata del rischio e invitata alla prudenza? Pensa che non si sarebbe salvato qualcuno dei 308 morti?

—Perché, comunque, voi parlate ugualmente con chi non si è dimesso come Cialente?
Perchè noi chiediamo – per forza alle istituzioni, quindi stesse persone, non essendo costoro cambiate nel tempo – di costituirsi almeno parti civili. Il Comune ha annunciato che lo farà. Vedremo. Regione e Provincia neppure una parola.

—O dimissioni o parti civili, quindi?
Esatto. E una ricostruzione sicura, una prevenzione vera , forte, estesa.

—Non come quando diversi studi e i documenti, e molti giornali ne parlavano, che annunciavano forte rischio sismico, furono ignorati e occultati consapevolmente?
Non come allora. Vogliamo che non accada mai più quello che è accaduto, per quanto riguarda la colpa delle istituzioni e degli uomini.

—Buon lavoro dr. V ittorini.
Anche a voi. Aiutateci a comunicare alla gente, a farci capire dalla gente.


14 Febbraio 2011

Categoria : Le Interviste
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