Porto canale, partorito il topolino: anni di ritardo per togliere solo 2.000 metri cubi
Pescara – BUROCRATI DI TRAVERSO MENTRE 4 MILIONI RESTANO INUTILIZZATI – (Foto da Google theorein.it) - Al via ieri i lavori di dragaggio per il ripristino dei fondali del bacino portuale antistante le banchine del nuovo molo di levante e del porto canale. Ne da’ notizia la Capitaneria di porto spiegando che lo stoccaggio del materiale di escavo avverra’ provvisoriamente nella vasca in cemento gia’ realizzata nell’area a terra sulla banchina di levante per poi essere trattato nell’impianto mobile che si trova alla base di questa banchina. La Capitaneria di Porto, attraverso un’ordinanza del comandante Pietro Verna, dispone come deve avvenire il traffico marittimo in entrata e in uscita dal porto, vieta l’accesso e la sosta di persone e veicoli nel tratto di banchina interessato dai lavori e interdice navigazione, sosta e ormeggio nello specchio acqueo antistante l’area dei lavori.
Questa mattina l’impresa Nicolai ha prelevato le prime “cucchiaiate” di limo dei fondali, sotto l’occhio del Provveditorato alle opere pubbliche. Ma è un’inezia ciò che sta avvenendo: saranno portati via soltanto 2.000 metri cubi di materiale, lo stretto necessario per consentire un minimo di movimento di natanti. In seguito, vi saranno interventi più corposi. L’assurdo di questa storia è che ci sono quasi 4 milioni di euro disponibili, parte dello Stato e parte della Regione, inutilizzati fino ad oggi per nefaste problematiche – indovinate – di natura burocratica. L’economia pescarese rischia il collasso per las burocrazia, che rimane inerte e immota e si muove solo quando l’emergenza è altissima e cominciano proteste e minacce. Ostacoli e problemi, mka di quale natura? Nessuno lo ha spiegato: in verità non si sa perchè i fondali non vengano dragati e puliti regolarmente, tutti gli anni. Uno sfascio totale tra timbri e carte, ritardi, autorizzazioni, permessi vari, omissioni, silenzi, inerzie: è l’Italia e l’Abruzzo non fa eccezione.
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