CIA su consorzio agrario teramano
Teramo – Giorgio De Fabritiis (Presidente provinciale della CIA di Teramo-Confederazione italiana agricoltori) scrive:
“La Democrazia è confronto e non comportamenti da “furbetti del quartiere” – Manola Di Pasquale nel suo comunicato di ieri , 9 febbraio, inviato agli organi di stampa, sostiene che il Consorzio agrario di Teramo non è scomparso ma che si è fuso con quello di Pescara per rispondere meglio al mercato avendo una dimensione più grande e su base regionale e cita al tal proposito l’iniziativa promossa dal Gruppo regionale del PD sulla Marca Adriatica tendente ad avere un respiro più ampio e quindi più forte e sottolinea come questo risultato, la fusione, sia stato raggiunto non certo grazie “all’impegno profuso dalla CIA”. Tralasciando l’affermazione iniziale del comunicato dove si afferma che vi è stata una fusione fra i due Consorzi che hanno dato poi vita al nuovo Consorzio regionale, affermazione chiaramente falsa in quanto l’avvocato Di Pasquale sa bene che vi è stata una fusione per incorporazione, nel senso che il Consorzio regionale CADA esisteva già ed ha incorporato il Consorzio di Teramo, la CIA chiede: come era possibile per la CIA ma anche per Copagri e Confagricoltura dare il proprio apporto se Manola Di Pasquale e la Coldiretti da quella ormai famosa mattina del 19 Febbraio 2010, ore 7,30, si sono messi in combutta escludendo tutte le altre Organizzazioni agricole, le Istituzioni locali e tutti gli agricoltori della Provincia di Teramo? Bene l’iniziative del gruppo PD sulla Marca Adriatica e siamo disponibilissimi a parlare di un Consorzio Agrario regionale, ma non mi sembra che il PD abbia fatto un incontro segreto alla 7,30 del mattino andando a costituire la macro regione Marca Adriatica. Vi è stato un confronto pubblico, alla luce del sole e non ai raggi della luna, dove è stata presentata una idea e proposta al confronto con tutti. Quando Manola Di Pasquale si è comportata con i suoi amici della Coldiretti con queste modalità? Quando hanno svolto una assemblea alle 7,30 del mattino prendendo tutti in contropiede? Quando il 31 Luglio hanno consentito la fusione per incorporazione del Consorzio di Teramo con un secondo colpo di mano all’insaputa di tutti? Dove è stato il confronto aperto a tutte le forze organizzate dell’agricoltura ed anche alle Istituzioni per parlare di cosa era meglio per gli agricoltori tutti e non solo per chi aveva e ha altri interessi, gli stessi di 15 o 20 anni fa quando con il fallimento delle Federconsorzi si distrusse un patrimonio dell’agricoltura nazionale realizzando il più grosso scandalo finanziario del dopoguerra in Europa? Come si può giocare una partita corretta se l’arbitro, in questo caso il Commissario Manola Di Pasquale, si schiera con una delle squadre in campo, la minoritaria poi, e sposta l’orario della partita per impedire alle altre squadre anche di partecipare? Perché, se non vi erano motivazioni di altra natura, non è stata inviata una lettera raccomandata a tutti i soci del Consorzio per metterli a conoscenza del progetto di fusione? Perché non vi è stato un dibattito pubblico per far in modo che la costituzione del Consorzio a valenza regionale potesse sorgere con il contributo di tutti che poi rappresenta la garanzia di una buona riuscita? Perché solo 14 persone ultrasettantenni e non più, nella stragrande maggioranza dei casi, agricoltori presenti all’assemblea del 31 Luglio si sono assunti la responsabilità di far scomparire il centenario Consorzio di Teramo e hanno impedito agli agricoltori di questa provincia di dire la loro? Come si fa avvocato Manola Di Pasquale a partecipare e dare il proprio contributo se si agisce sempre come ladri? Lei ritiene di poter dire che il percorso seguito, al di là della condivisione o meno delle strategie, sia stato un percorso trasparente, partecipato, portato all’attenzione degli agricoltori di questa provincia? E’ questo il metodo che dovrebbe contraddistinguere l’agire di un presidente regionale del Partito Democratico? E’ questo il metodo della partecipazione e del confronto che caratterizza il presidente regionale del PD? E’ con questi metodi che spacca la rappresentanza dei lavoratori agricoli ed esclude la maggioranza degli agricoltori dal partecipare a dire la loro su problematiche di interesse della categoria che Manola Di Pasquale intende rappresentare al massimo livello regionale i nuovi valori del Partito Democratico? Questa è l’ora della chiarezza, l’ora di dire basta a comportamenti equivoci, l’ora di escludere dai livelli di rappresentanza coloro “che parlano bene e razzolano male”, coloro che non sono coerenti con le idee e i valori che dovrebbero rappresentare, coloro che pensano che contano solo potere e denaro senza preoccuparsi di come si esercita l’uno e si arriva ad avere l’altro, coloro che non comprendono che il bene comune è per definizione di tutti e che a tutti bisogna consentire la partecipazione e di dire la loro indipendentemente dalle decisioni che possano scaturire, che i progetti condivisi sono quelli che poi danno i risultati migliori anche perché tutti possono avere una buona idea da proporre ed hanno diritto a dire la loro. La democrazia si concretizza attraverso il confronto e non con colpi di mano come ladri che agiscono nottetempo e all’insaputa di tutti”.
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