Aeroporto, i misteri e gli intoppi che di fatto privano L’Aquila di un vero scalo


L’Aquila – LA STRANA STORIA DEL VOLO CALCISTICO – (Nelle foto l’ingresso dello scalo e l’aereo con i calciatori in partenza per la Sardegna, ottobre 2010) – Il 27 febbraio, termine entro il quale il servizio antincendio allì’aeroporto dei Parchi dovrebbe scadere, si approssima e nessuno spiega cosa avverrà: una proroga? Difficile, visto che l’autorizzazione concessa alla fine di gennaio fu soltanto di un mese. Difficile supporre che da allora ad oggi, siano mutate le condizioni e il rapporto con la Airfire, che gestisce il servizio. Nel frattempo, lo scalo aereo è aperto (solo dal mercoledì alla domenica) fino al 27/02/2011 al solo traffico dell’aviazione generale, per interderci ad aeromobili da turismo e con peso non superiore a 5700 Kg e a tutti i voli di stato (protezione civile e voli di emergenza che sono in deroga a tutte le restrizioni). Chiuso per i voli commerciali.
InAbruzzo.com ha tentato di contattare l’ENAC, con il quale non è stato possibile parlare. Avremmo voluto chiedere notizie del volo autorizzato a ottobre del 2010, per il trasferimento della squadra di calcio in Sardegna. Da quanto appreso, ricostruendo i fatti, la direzione aeroportuale di Ancona-Pescara espresse per quel volo parere negativo. Lo scalo aquilano è privato, categoria 2B: vuol dire che non può ospitare voli commerciali con persone che pagano il biglietto, come riteniamo sia avvenuto per la squadra. Preturo non ha una pista della lunghezza necessaria e fasce di sicurezza ai lati della pista. Significa, ci spiegano degli esperti consultati a Pescara, che i velivoli in decollo non possono superare 5.500 chili. Inoltre, il servizio antincendi non era a norma. L’aereo usato per quel volo, un Dornier 328-300 jet, come fu a suo tempo specificato, pesa al decollo tre volte di più dei 5.500 chili indicati. Chi sa chi c’era a bordo… Ma questa è un’altra curiosità che non ci toglieremo mai. Forse anche da chi c’era a bordo dipenderanno veli e fumi che aleggiano (parola giusta…) su quel volo, che, fra l’altro, ebbe anche grosse difficoltà al rientro: non si sapeva dove atterrare!

Questo avremmo voluto chiedere, se qualcuno avesse accettato di rispondere. Ci avrebbero forse obiettato che durante il G8 atterrarono e decollarono (senza danni) aerei molto più grandi e pesanti: ma erano voli di Stato, in un’occasione speciale, quindi autorizzati in deroga per esigenze particolari, e comunque garantiti da un servizio antincendi efficiente e messo in atto dall’Aeronautica.
Ad autorizzare il volo calcistico furono gli enti romani preposti a tale servizio. In contrasto con i pareri negativi della direzione aeroportuale del territorio, cioè Ancona-Pescara. Cosa è accaduto? Chi ha vigorosamente premuto? C’erano forse capi di Stato sull’aereo decollato per la Sardegna? Ma no, forse solo un percorso singolare, un salto della quaglia delle regole, un’eccezione. E fanfara dei personaggi politici che si vantarono, sproloquiarono come è loro costume, annunciarono a gran voce che L’Aquila aveva un aeroporto per voli autentici, e non solo per il volo a vela…
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Tanto è vero questo, che attualmente, come con voce solista ha rivelato solo il nostro giornale, da Roma c’è l’alt : l’aeroporto aquilano non è e non può diventare, almeno al momento, scalo commerciale. Occorrono investimenti, lavori, denari: l’aerostazione, strumenti di sicurezza, controllo passeggeri, ritiro bagagli, adeguamento della pista, radioassistenza e quant’altro serve ad un aeroporto, benché di piccole dimensioni. Cosa che Preturo non è assolutamente, se è vero che ha enormi problemi per garantire persino il servizio antincendi. Allora tutta questa propaganda che è stata fatta è come al solito la solita bufala? Perchè il Comune non chiarisce la situazione? Perché lo stesso si è adoperato oltre ogni limite per buttare fuori l’Aeroclub che è l’unica realtà che mantiene vivo lo scalo? Forse qualcuno aveva paura che, con l’associazione in mezzo ai piedi, questa avrebbe fatto emergere e posto all’attenzione dell’opinione pubblica ogni sperpero di denaro pubblico? E a proposito di Aeroclub, sarà bene ricordare che l’ente aveva presentato diverse querele contro Renato Amorosi, dirigente del Comune oggi indagato insieme con due assessori e altri personaggi municipali. Di quelle querele, l’Aeroclub non ha mai saputo nulla. L’inchiesta di oggi non c’entra nulla con l’aeroporto, sicuramente. E’ solo una coincidenza. Ma fa pensare a quanto siano strane le storie giudiziarie e le analogie che vi si possono immaginare. Benchè, come sempre, per giudicare bisogna attendere le sentenze e non bastano gli avvisi di garanzia.

Questi i retroscena che InAbruzzo.com ha tentato di mettere in luce, scoprendo contraddizioni e punti interrogativi. La realtà per i cittadini aquilani è che l’aeroporto di fatto non c’è, che i lavori strombazzati mille volte non sono mai iniziati, che la politica tiene la bocca cucita e dimostra di avere da nascondere. Quanto meno imbarazzate reticenze. Altrimenti, chiarirebbe tutto. In passato, Preturo ha sempre e ininterrottamente funzionato: piccolo, modesto, ignorato dalla politica. Non c’era neppure una strada di accesso. Oggi è peggio; non si vola neppure più. Che tristezza per gli aquilani. Che muri di gomma nei palazzi del potere.


11 Febbraio 2011

Categoria : Cronaca
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