“Chiedete scusa alla città”
L’Aquila – “INVITO” DEL MPA A CHIODI E CIALENTE – (di Corrado Ruggeri, coordinatore MPA L’Aquila, foto) – Questa è la conclusione a cui siamo giunti dopo mesi e mesi in paziente attesa di segnali positivi. Chiodi ha ritenuto opportuno, a due anni e mezzo dalla sua elezione a Governatore della Regione, di nominare un assessore dell’Aquila nella sua Giunta.
Un assessore dell’Aquila, a suo dire, necessario per rafforzare una città distrutta dal sisma. Quindi, se non ci fosse stato il sisma, in base al teorema Chiodi, non sarebbe stato necessario alcun riequilibrio riguardo il Capoluogo di Regione.
Riequilibrio, che, in pratica, si è concluso con una nuova discriminazione a favore di Teramo, che, ricordo, ha ben 4 assessori e tutti con deleghe pesanti (Di Dalmazio Sviluppo turistico, ambiente, gestione dei rifiuti, politiche per lo sviluppo, energia, politiche legislative docet), senza contare il mega direttore Antonio Sorgi, al quale, ormai, manca solo la presidenza del Teatro Stabile d’Abruzzo.
Certo, se nominare un assessore dell’Aquila con le deleghe ai fiumi (l’Aterno è commissariato, quindi fuori dalle competenza dell’Assessore Giuliante) ed il mare significa rafforzare L’Aquila, ci è sfuggito qualcosa. Attendiamo spiegazioni da parte del Governatore, a meno che lo stesso non intenda portare il mare a L’Aquila.
Ma, a parte la presa in giro dell’Assessore aquilano (spoglio di deleghe “pesanti”), Chiodi deve chiarire molte altre cose. Per esempio, ha qualche ruolo con la non presenza alla 4a Commissione Consiliare dell’architetto Fontana, dopo che l’incontro era stato convocato per il primo febbraio dal Presidente Luigi D’Eramo, in accordo con lo stesso coordinatore della Struttura di missione e del Commissario Chiodi? L’assenza di Fontana era giustificata da altri impegni istituzionali o per “consiglio” di non andare dello stesso Chiodi, dopo una richiesta del Sindaco Cialente?
Questa stucchevole pantomina di comari che litigano e poi fanno pace è testimonianza dell’incapacità gestionale di Cialente (e per lui è un fatto genetico), mentre Chiodi è in stato confusionale.
Chiodi chiede conto a Cialente dei suoi continui e costanti ritardi, delle sue inadempienze, del non utilizzo dei fondo trasferiti. Cialente, invece di rispondere a tono, fa la vittima e getta su altri le proprie responsabilità.
Da mesi i cittadini, i giornalisti e le associazioni di categoria chiedono a questo Sindaco di esprimersi in merito ad una idea vera sul futuro della città. Cosa che “naturalmente” il Primo Cittadino è incapace di elaborare. Da parte di Chiodi, invece, non c’è capacità di ottenere dal Sindaco ciò che è doveroso per la Città dell’Aquila. Ed è doveroso che anche lui la smetta di prendere in giro gli aquilani.
Se non sono capaci di operare per il bene dei terremotati e per la rinascita del territorio, facciano un regalo alla città dell’Aquila e al circondario. Non si occupino più né l’uno né l’altro della ricostruzione.
Il Sindaco, invece di dare alla città segnali di speranza e di cauto ottimismo, passa la giornata a seminare ansie, tensioni e turbamenti. Invece di sbraitare a vuoto e di litigare ora con Tizio, ora con Caio, salvo poi andarci sottobraccio il giorno dopo, pensi piuttosto a stabilire un contatto forte con i vertici del Ministero delle Finanze.
Invece di mostrare astio nei confronti del Governo, pensi a far comprendere il dramma della nostra città, per esempio, al Ministro Tremonti. La smetta Cialente di dire bugie, di prendere in giro il Consiglio Comunale della sua città e di nascondere le carte.
Il Presidente della Regione, dal canto suo, la smetta di tirare il freno a mano della ricostruzione. Faccia dei provvedimenti seri, con norme certe e non confusionarie come accaduto fin d’ora, e faccia applicare norme e leggi esistenti. Invece di navigare a vista, disegni un percorso preciso a vantaggio dei cittadini colpiti dal terremoto. Invece di continuare ad aggrovigliare la matassa del recupero del centro storico dell’Aquila – uno dei più importanti in Italia – e degli altri Comuni del cratere, si adoperi per un’opera di semplificazione dei procedimenti.
Il problema non è stato solo il terremoto, ma il fatto che lo stesso si è verificato mentre governavano Chiodi e Cialente.
Un atto di coraggio: chiedete scusa alla Città dell’Aquila.
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