Sfollati in ansia, burocrazia tra scartoffie, incertezze, perdite di tempo


L’Aquila – Si può perdere tempo, come è costume della burocrazia, quando a soffrirne sono delle famiglie di sfollati che vivono l’incubo di perdere i loro alloggi di emergenza? Risposta istintiva: siamo pazzi? In pratica, il tempo si perde e come, tra incertezze, uffici che si rimpallano le decisioni, solenni promesse e dure realtà. Sta capitando a diverse famiglie, alle quali è stato detto che – essendo scaduti i termini per completare i lavori nei loro appartamenti danneggiati – debbono mollare MAP, appartamenti del progetto CASE, oppure sistemazioni alberghiere. Alcuni casi sono esplosi in tutta la loro drammatica amarezza, con proteste e incatenamenti, altri stanno “maturando”. Come rimedio, per ora, solo le parole del presidente Chiodi: “Nessuno sarà cacciato dall’albergo”. Ma anche quelle del subcommissario Cicchetti, secondo il quale per proroghe e altre misure, occorrono disposizioni dall’alto. Leggi ordinanze del Governo. Ci sarà il tempo tra problemi di escort, minorenni allo sbaraglio e altri pinzillacchere del genere per pensare ai terremotati? Speriamo di sì.
Il problema riguarda le scadenze per gli edifici B e C: ci sono dei termini per la conclusione dei lavori, e in alcuni casi sono scaduti o stanno scadendo. Ma, come è sempre stato, le imprese non hanno realmente terminato i lavori. Nessuno ha pensato prima di esercitare dei controlli? Sicuro pare, come dice Cicchetti, che occorre un provvedimento non semplice per prorogare i termini, esaminato caso per caso lo stato dei lavori. Vuol dire tempo, scartoffie, burocrazia. Gli sfollati, parte debole, vasi do coccio tra i vasi di metallo, cercano affannosamente soluzioni: ospitalità da qualcuno, trasferimento ancora lontano dalla città, comprensione dagli albergatori. Che spesso la dimostrano, ma non possono certo dare ospitalità gratuita. Nel frattempo, il sindaco parla di liusta nera delle imprese. Una lista che avrebbe dovuto esistere da tempo, con severe sanzioni per chi prende in giro i committenti dei lavori. E magari ne assume diversi, senza poterli eseguire nei tempi. Da mesi denunciamo che esistono decine, forse centinaia di cantieri che consistono in semplici impalcature e ponteggi, dietro i quali non appaiono operai. Finti cantieri, per arraffare più commesse e più soldi. Il problema è scoppiato da parecchio tempo, la stampa ne ha parlato, tutti ne sono informati. Per ora, non arrivano soluzioni nè interventi. Come purtroppo è capitato a diverse persone, la sola via che hanno è arrangiarsi. Se questo è il dopoterremoto… Per molti era meglio quando c’era un’assistenza massiccia ed estesa, in attesa di tempi migliori, che non sono arrivati.


10 Febbraio 2011

Categoria : Cronaca
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