A Meldes Vera hanno sfondato il cranio

Castel di Sangro – I risultati dell’autopsia sul corpo dell’anziana Meldes Vera Marzano, 83 anni, trovata morta in casa sabato scorso in via Mancini parlano chiaro: le hanno sfondato il cranio colpendola con ferocia e violenza. L’esame autoptico è terminato la notte scorsa a tarda ora, eseguito dall’anatomo patologo Ildo Polidoro. Che sia stato un omicidio brutale è dimostrato, ma tutti ne erano subito convinti, in base agli elementi riscontrati dai carabinieri nell’appartamento della vittima, una signora benestante, sospettosa e poco incline a lasciar entrare in casa sconosciutri. Questo porta verso una pista ben decifrata: l’omicidio è stato commesso per rapina, ed è probobabile che che a commetterlo sia stato qualcuno che la Marzano conosceva bene, tanto da lasciarlo entrare. La porta non è stata forzata. Oppure chi è entrato aveva addirittura le chiavi. Le indagini, dunque, hanno imboccato una strada precisa. I capelli e brandelli di cute trovati in casa sono elementi preziosi, in base ai quali la soluzione potrebbe essere possibile, quando i carabinieri avranno tra le mani elementi sufficienti a puntare l’attenzione su persone sospettabili. La violenza brutale ha impressionato la città, non abituata ad episodi così cruenti. “Un tempo si tenevano le porte aperte e le chiavi nella toppa” ripetono in tanti. Cosa che vale per molti altri luoghi di questo Abruzzo “cresciuto” negli anni: cresciuto male, purtroppo, anche se ciò non costituisce anomalia. Prefetto, questore, sindaco pensano a maggiori attenzioni verso chi compare sulla scena all’improvviso, magari solo per delinquere e poi sparire. Stranieri? Non è detto, ma in tanti non nascondo pregiudizi e fastidio nei confronti di chi “inquina” il tessuto sociale. Non significa avercela con stranieri e forestieri. Ma purtroppo la qualità della vita così stravolta genera approssimazioni e giudizi sommari. Anche questo un deterioramento sociale.