Comune, o producono o se ne vadano


consiglio-comunale-mar-09L’Aquila – Il consiglio comunale dell’Aquila terremotata continua a dimostrarsi futile, improduttivo, assenteista, privo di idee e sangue nelle vene, esattamente come quasi sempre in passato: ma oggi il passato è oltre il confine, è un’altra vita che abbiamo perso e dobbiamo dimenticare. Oggi Palazzo Margherita deve dimostrare di possedere gli attributi, oppure deve sciogliersi e andarsene senza esitazioni. In aula, come è facile verificare, siedono di solito al massimo poco più della metà dei consiglieri. Durante i lenti e verbosi lavori, la maggior parte di loro si eclissa, e si finisce miseramente con quattro o cinque malcapitati rimasti a sonnecchiare o a leggiucchiare il giornale. Decisioni? Ma quando mai? L’assemblea di Palazzo Margherita non ha mai avuto, almeno negli ultimi anni, spessore, adeguate capacità, e spesso neppure dignità. Ma ora c’è il disastro del terremoto, e una situazione simile non è tollerabile. Nessuno, sia il sindaco o siano i pochi altri che vivono dalle istituzioni questa amarissima tragedia, può e deve essere lasciato solo. E’ un vilipendio intollerabile in una città che deve decidere, ora e subito, se vivere o morire. Sugli amministratori pesano enormi responsabilità, perchè è anche nelle loro mani il futuro della comunità aquilana: di città, purtroppo, è sempre più difficile parlare appropriatamente.
Gli amministratori in questo fatale bivio storico (esistere o non esistere più) debbono affrontare con coraggio e piglio autorevole i loro doveri, da uomini e non da politici o politicanti. Se sono capaci di portarli a termine, restino e collaborino nell’interesse di tutti. Se non sono capaci, o sono impediti, ostacolati, traditi, attesi negli agguati e al varco, lo denuncino a voce alta e prendano decisioni consone al momento: dimissioni, motivate, spiegate, illustrate. Siano additati i colpevoli, siano denunciati fatti e persone. Chi porta acqua per la città, e chi gliela sottrae: vogliamo sapere chi sono. Non è il tempo delle tricoteuses parigine che sferruzzavano presso la ghigliottina e alzavano gli occhi dalla tessitura solo quando sentivano mozzare le teste. Non è detto però che non possa diventarlo. Chi è capace di governare la situazione attuale, resti. Chi non lo è, oppure si sente assediato e ammanettato, lo renda noto. I partiti e i consiglieri comunali raccolgano, finalmente, i residui di decoro e di dignità personale. Errori e furberie, stavolta, costeranno cari. I leaders politici dove sono? I primi a pagare potrebbero essere proprio loro. (G.Col.) (nella foto: Uno degli ultimi consigli comunali prima del 6 aprile: erano i primi di marzo)


13 Giugno 2009

Categoria : Politica
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati