22 mesi: fiori e ricordi, bugie, promesse tradite, “aquilanate” ai Canadesi


L’Aquila – BISOGNA AVERE FIDUCIA, MA FINO A QUANDO? – (Foto: il vecchio Omega sotto i portici, fermo alle 4 e 32, cioè alle 3 e 32 del 6 aprile – Sotto la città e le erbacce, e la cupola di S.Bernardino ingabbiata) – Oggi 7 febbraio comincia il 23/mo mese dalla devastazione del 6 aprile 2009. Fiori, ieri davanti al baratro con le fondamenta della casa dello studente, ritratti, parole, ricordi. Non solo per gli otto studenti morti tra quelle macerie ingiuste, maanche per gli altri 300 morti. Il primo pensiero è che è davvero strano, inaccettabile che non vi siano state ancora intitolazioni solenni di strade o piazza alle vittime del 6 aprile. Si parla di un luogo della memoria in piazzale Pasquale Paoli. Di altre iniziative che avrebbero potuto e dovuto da tempo essere realtà. Pare che le istituzioni non abbiano alcuna fretta, o che, peggio ancora, predomini anche in questa azione di pietrà e di civiltà, la lentezza stomachevole dei burocrati e dei decisionisti che non decidono mai nulla, che temgono di urtare sensibilità e di ricevere forse danni elettorali. Purtroppo, tutto è politica, finanche la pietà per i morti.
23 mesi, di autentico e di concreto ci sono soltanto le cose realizzate dalla Caritas, quelle donate da altri (una sed n’è andata in fumo a S.Pio delle Camere) e la sede dell’ANAS, unico edificio pubblico tornato in città. Esempio indicativo e significatio, ma anche deleterio per istituzioni e politici: dimostra che nonostante ostacoli e interruzioni, il palazzo è sorto. Di tangibile ci sono anche le liti e le polemiche, i contrasti tra istituzioni, gli scontri all’insegna delle parti politiche incapaci di cooperare per il bene comune. Le piogge di annunci che parlano di soldi, somme enormi, evidentemente fermi da qualche parte. Stefania Pezzopane ha detto l’altro ieri: “Non è vero che si sono i soldi: li annunciano, ma poi non arrivano”. E’ davvero così o addirittura non si sa come spendere i soldi, perchè mancano progetti, decisioni, idee?
Altre certezze: sono stati spesi, dice il presidente Chiodi, centinaia di milioni di euro per le case private. Lavorano oltre 1.000 imprese, migliaia di persone, centinaia di cantieri. Rimane sempre un enigma incomprensibile, illogico, indigeribile per la gente il fatto che l’unica industria cementizia della zona, la SACCI di Cagnano, sia costretta a licenziare alcuni dipendenti. Eppure fa cemento. Chi sa dove prendono il cemento queste oltre 1.000 imprese.
Ci si lamenta, e non sempre a mezza bocca, infine, delle mancate promesse dei paesi stranieri che al G8 si impegnarono a fornire aiuto e soldi, e non hanno fornito nulla. Parole al vento. Soli pochi hanno mantenuto le promesse. Tra loro il Canada, che ha donato il centro polifunzionale rimasto inutilizzato da ottobre 2010. Aquilanate non raccontabili. Inimmaginabili per gente seria come i canadesi. Tanti dei quali sono italiani, e ben contenti di trovarsi oltre l’Atlantico.
Oggi comincia il mese 23. Bisogna avere fiducia, finchè ce ne resta nella riserva. Ma sembra di vedere dei led rossi che si accendono. Sarà un abbaglio.


07 Febbraio 2011

Categoria : Cronaca
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