Il bue che dice cornuto all’asino


L’Aquila – Alfonso Magliocco, dirigente PdL, diffonde la seguente lettera indirizzata dal rettore dell’Università: “Di Orio, il bue che dice cornuto all’asino. Con non poca amarezza apprendiamo dai media che nei giorni scorsi Lei ha nominato la commissione dei saggi per la riforma dello statuto dell’Università dell’Aquila. L’amarezza è legata al fatto che nessun rappresentante degli studenti, ad eccezione di quelli dell’Udu a Lei vicini, è stato invitato a far parte di questa importante commissione che dovrà decidere il nuovo statuto dell’Università dell’Aquila.
Anche se fosse stata, come mi auguro, una semplice e casuale dimenticanza, sarebbe comunque un episodio significativo della considerazione riservata alle altre rappresentanze studentesche (Azione Universitaria, Lista Aperta, Modus) che contano eletti nei vari organi e rappresentano una parte degli studenti.
Potremmo comprendere, ma non giustificare comunque, l’esclusione delle altre associazioni studentesche in ragione delle posizioni critiche da queste assunte e che le hanno viste non allineate al pensiero unico che ha caratterizzato le strategie politiche dell’ateneo aquilano a seguito del sisma del 6 aprile (e anche prima).
Non possiamo, tuttavia, accettare l’esclusione delle altre associazioni che, pur tra tante difficoltà, continuano a svolgere pienamente la propria funzione al servizio della comunità studentesca e, soprattutto della città dell’Aquila.
In tal senso, perché non invitare nel consesso dei saggi anche gli studenti universitari, che rappresentano la linfa vitale dell’Università, alla quale sono così fortemente legati da superare le mille difficoltà quotidiane dovute anche alla carenze di servizi a loro dedicati?
Ma, al di là degli aspetti formali e istituzionali, l’amarezza deriva soprattutto dal fatto che il mancato invito ha impedito alle altre rappresentanze studentesche di rappresentare in quella sede i numerosi e gravi problemi che tuttora la riguardano e che derivano anche, se non soprattutto, dalle difficoltà incomprensibili e ingiustificate che quotidianamente derivano proprio dal suo lavoro e dalla sua idea di Università come “cosa privata”. Mi auguro che si sia trattato solo di una dimenticanza non voluta e, in tal senso, chiediamo alle “autorità universitarie” di adoperarsi affinché in futuro non si ripetano simili episodi che, se contraddicono i messaggi mediatici ripetutamente lanciati su “L’Aquila, città universitaria”, rischiano soprattutto di discriminare quella parte degli studenti non schierati con Lei e con i suoi “adepti” e che hanno la stessa dignità di poter esprimere le proprie opinioni per il bene dell’Università e della città dell’Aquila”.


05 Febbraio 2011

Categoria : Politica
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