“Ok incontro con Letta, risultati concreti”
L’Aquila – TAVOLO PROFICUO, DICE IL SINDACO CIALENTE - (Nella foto, l’uomo che bisbigliava al premier, nel 2010) – Il presidente Chiodi vuol vedere risorgere i palazzi aquilani, visto che i soldi il governo li ha sborsati (tre miliardi euro disponibili, una somma enorme, pari a 6.000 miliardi delle vecchie lire), gli aquilani e i “craterini” aspettano da 23 mesi che si muova qualcosa, ma in relatà non esiste nulla. Al momento solo parole, e una grande (nota) disponibilità da parte di Gianni Letta, volato a L’Aquila – come abbiamo riferito questa mattina – per confrontarsi con tutti. Niente faccia a faccia annunciato con i giornalisti, gran fretta e rapida risalita in elicottero per puntare su Roma inquieta e turbolenta. “I soli ci sono, ora muovetevi, datevi delle regole e mettete in campo progetti e idee. Se qualcosa non va chiamatemi, e arriverò ogni volta che sarà necessario” ha promesso però Letta. E ha anchea aggiunto risalendo in elicottero per ripartire: “Non dormo la notte quando sento dire che il governo non ha fatto il necessario…”.
Stasera si fa sentire anche il sindaco Massimo Cialente. “Il tavolo di coordinamento degli Enti per la ricostruzione (che si riunirà periodicamente, almeno viene promesso, n.d.r.) è stato un proficuo momento di confronto tra i soggetti a vario titolo coinvolti nel processo. Una prospettiva che apre alla possibilità di risultati concreti”.
Questo il commento del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente a seguito della riunione tenutasi stamani nella sede della Struttura di gestione dell’Emergenza alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e del commissario alla Ricostruzione Gianni Chiodi.
“Il commissario Chiodi e la Struttura di Missione – ha dichiarato Cialente – hanno ribadito le considerazioni già espresse sui piani di ricostruzione, mentre il Comune, per parte sua, ha avuto modo di spiegare che l’amministrazione si muove nell’ambito delle competenze attribuite dalla legge sugli enti locali e nel rispetto delle norme contenute nel Piano regolatore generale, nonché sulla base delle indicazioni fornite dal legislatore in sede di conversione in legge del cosiddetto decreto Abruzzo che, nel comma 5 bis dell’articolo 14 della legge 77 (legge sul terremoto), individua come obiettivo generale la definizione delle linee di indirizzo strategico per assicurare la ripresa socio economica, la riqualificazione dell’abitato e per facilitare il rientro delle popolazioni nelle loro abitazioni. Il Comune dell’Aquila – ha proseguito il primo cittadino – ha intrapreso un percorso di ricostruzione nel rispetto del proprio strumento di pianificazione, vale a dire il Prg, di assoluta trasparenza e regolarità, non sostituito, come si evince dalla succitata legge di riferimento e dalle numerose ordinanze ad essa seguite, da qualsivoglia piano di ricostruzione. Il piano di ricostruzione, quindi, a parere del Comune, deve essere interpretato come strumento strategico di programmazione che deve risolvere le esigenze specifiche e generali per ogni area perimetrata di stretto riferimento, ma non deve essere considerato, in via esclusiva, uno strumento urbanistico ad attuazione esecutiva, dal momento che in tal caso diverrebbe una norma generale destinata ad appesantire l’intero processo di ricostruzione e mal si coniugherebbe con l’esigenza, riconosciuta dallo stesso legislatore, di favorire la ripresa economica e di facilitare il rientro della popolazione nelle proprie abitazioni in tempi accettabili”.
“Colgo l’occasione – ha aggiunto il sindaco Cialente – per precisare che il senso della risposta della commissione tecnico scientifica al documento proposto dal commissario non può essere usato strumentalmente, essendo quello di richiamarsi all’ordinamento degli enti locali e non di sostenere la tesi per la quale il piano di ricostruzione è uno strumento obbligatorio e quindi da applicare per legge in forma estensiva. Il Comune ha inoltre avuto modo, nel corso dell’incontro di stamani, di spiegare al rappresentante del Governo la necessità che, come auspicato da tutti, le parti di territorio perimetrate ai sensi del decreto legge 1444 del 1968 e dell’articolo 2 del decreto n. 3 del 2010 del commissario per la ricostruzione, chiamate implicitamente centri storici, possano godere di tutte le provvidenze economiche, senza distinzione alcuna, ivi comprese quelle relative alle seconde case, per garantire la “ricostruzione armonica dell’abitato”, obiettivo peraltro richiamato sia nella legge primaria sul terremoto sia nelle ordinanze attuative”.
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