Umanità prima di tutto


L’Aquila – Il meccanismo burocratico malato di automatismi senz’anima sta sfoderando la sua disumanità nei confronti di poveri cristi, tra le migliaia di defedati aquilani, gente terremotata nel proprio intimo più ancora che nelle proprie case e nei propri beni. Diversi casi di famiglie maltrattate, raccontati dalla stampa, hanno amareggiato le ultime ore: in pratica, gettati sul lastrico. Per questo o per quel motivo, in nome di un rigore stomachevole in una collettività devastata come quella aquilana. Dove siano torti e ragioni, dove debba prevalere la logica del timbro e della scartoffia, poco importa: non può accadere che delle persone restino in mezzo alla strada perchè una offensiva regola lo impone. Punto e basta. Prima di tutto l’umanità. Nessuno deve permettersi di aggravare la vita di chi ha già dato tutta la sofferenza possibile. La faccia truce dello Stato non spaventa nessuno, perchè saremo sempre qui, per primi, a difendere i maltrattati, chiunque essi siano: sentiamo che questa, o almeno anche questa, è la funzione della stampa, che non è fatta solo di gossip e mignotterie paludate, salotti e lustrini pruriginosi da vecchi sbavanti abbarbicati a giovani etere imberbi. Le istituzioni, ma più ancora gli uomini e le donne che le impersonano, diano prova di attenzione verso chi ha bisogno non tanto di soldi e benefici, quanto di sentirsi componente di una collettività, e come tale rispettato e anche protetto. Rigori e inflessibilità siano usati contro ingiustizie e favoritismi, non contro chi chiede una casa per tentare di vivere un’esistenza sgarrupata, difficile, senza però mollare e senza cedere alla voglia di non esserci più. Che a molti, ogni giorno, cresce dentro come un maligno tarlo. L’Aquila dia, anche nella burocrazia postsismica, un esempio di diversità, di carattere, di civile rispetto dei deboli incolpevoli di esserlo. (G.C.)



02 Febbraio 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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