Popolazione Abruzzo, cresce solo Montesilvano
Pescara – Se la popolazione abruzzese non diminuisce, cio’ si deve esclusivamente all’incremento demografico della provincia di Pescara, ed in particolare alla performance della citta’ di Montesilvano. E’ quanto sottolinea il responsabile del centro studi della Cna abruzzese, Aldo Ronci, che rileva come nei primi sei mesi del 2010 il Pescarese abbia fatto registrare “con 902 unita’, un notevole incremento della popolazione, pari al +0,28% sull’anno precedente. Ed e’ stato grazie a questa performance che l’Abruzzo ha evitato di rifluire nel decremento della popolazione”. Sugli scudi, soprattutto la citta’ di Montesilvano, che tra gennaio e giugno del 2010 ha conquistato 432 nuovi residenti, contro i 257 di Pescara e la perdita (tra gli altri centri superiori ai 50mila abitanti della regione) di Chieti (-190), dell’Aquila (-99) e di Teramo (-68). Il bilancio demografico abruzzese segna il passo rispetto all’andamento nazionale: nel primo semestre del 2010 la popolazione italiana (+0,21%) cresce infatti quasi allo stesso ritmo dell’anno prima (+0,26%), grazie all’elevato saldo migratorio che compensa il decremento del saldo naturale. Nello stesso periodo, l’Abruzzo (+0,04%) cresce pochissimo, registrando un incremento di appena 554 unita’ a fronte delle 1.724 dell’anno prima. E cio’ per effetto di un decremento del saldo naturale di 1.762 unita’ e di un modestissimo incremento del saldo migratorio di 2.316 unita’. Scorrendo i dati relativi alle altre province abruzzesi, balza evidente la sensibile caduta della popolazione tanto nel Teramano che nel Chietino: “Nel primo caso si assiste a un crollo senza precedenti negli ultimi dieci anni del saldo migratorio (da 1.071 a 280) che determina una caduta dei residenti dello 0,03%. E la stessa cosa succede anche alla provincia di Chieti che perde 382 residenti (-0,10%) a causa del forte decremento del saldo migratorio che passa da 737 a 224 unita’. In questo quadro, resta solo la provincia aquilana ad essere perfettamente allineata all’andamento medio regionale, con un incremento di sole 138 unita’ (+0,04%)”. Secondo Ronci, la spiegazione della caduta di popolazione a Teramo e Chieti e’ dovuta alla pesante flessione demografica delle zone costiere di queste due province che, almeno in questo ultimo decennio, avevano invece assicurato una crescita demografica superiore a quella nazionale. “Nel primo semestre del 2010 – osserva – i comuni costieri del Teramano hanno segnato un decremento di 3 unita’ contro un incremento di 955 del primo semestre del 2009, mentre i comuni costieri del Chietino hanno registrato un decremento di 71 unita’ a fronte di un aumento di 409 unita’ dello stesso periodo del 2009″. La popolazione e l’economia, cosi’, finiscono per essere accomunate da un unico malessere: “Gli andamenti demografici negativi di Teramo e Chieti fanno il paio con i dati contenuti nel ‘Rapporto Excelsior’ per il 2010, realizzato dal Centro studi di Unioncamere, che prevedono per l’Abruzzo una flessione dell’occupazione di 3.460 unita’ concentrata in massima parte nelle province di Teramo (-1.740) e di Chieti (-1.100). Per queste due province i dati demografici negativi e la flessione dell’occupazione sono segnali allarmanti di una crisi in atto su due territori che tradizionalmente hanno sostenuto lo sviluppo della regione”.
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