Attenti alla frutta, ci sono i pesticìdi


fragole1L’Aquila – Pomodori, fragole, mele, pesche e soprattutto uva: il dossier 2009 Legambiente ‘Pesticidi nel piatto’ rivela un Abruzzo che, nonostante in miglioramento con i dati dello scorso anno, è soggetto ad assumere pesticìdi specie quando mangia frutta. Il rapporto presenta il quadro delle analisi compiute nel corso del 2008, grazie alla fattiva collaborazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e Molise ‘Caporale’, che malgrado le difficoltà dovute al sisma si è impegnato per fornire i dati nel minor tempo possibile. Complessivamente in Abruzzo sono stati analizzati 173 campioni: 79 di frutta, 87 di verdure e 7 di prodotti derivati (passate di pomodoro, pane e altri). Mentre l’esito dei controlli riferiti all’anno 2007 aveva riportato una irregolarita’ negli ortaggi da foglia e 2 irregolarita’ nella frutta (su 12 pesche, 2 erano risultate con residui superiori ai limiti consentiti e per il 58,3% potevano essere considerati regolari ma con un residuo), questi riferiti al 2008 vedono un’irrisoria diminuzione nei casi di pesche regolari con un residuo (53,3%) ma una promettente sparizione di alimenti contenenti residui al di sopra dei limiti consentiti. In linea con il resto di Italia, e’ la frutta la categoria ‘piu’ inquinata’: i casi di campioni di frutta irregolare con un solo residuo ammontano infatti al 38% del totale dei campioni analizzati. E’ il caso delle fragole (9,1%), dei pomodori (33,3%) e dei cereali (5,1%). Ben il 40% dell’uva presa in considerazione si rivela multiresiduo, ossia quattro campioni di uva con i principi attivi del Cyprodinil, classificato come lievemente tossico; Chlorpyriphos, insetticida moderatamente tossico sull’uomo ma che per effetto cumulativo con altri organofosforici puo’ avere espliciti effetti sul sistema nervoso; e il Procimidone, un fungicida che l’Epa (l’Agenzia americana per la protezione ambientale) ha classificato da tempo come possibile cancerogeno per l’uomo. “Gli ultimi dati Istat – dichiara Rebecca Virtu’, direttore Legambiente Abruzzo – ci dicono che gia’ nel 2007 la quantita’ totale dei fitosanitari distribuiti per uso agricolo in Italia era aumentata del 3% rispetto al 2006, passando da 148,9 a 153,4 mila tonnellate. Un dato questo, abbastanza preoccupante, perche’ sembra indicare che lo sforzo sinora sostenuto dall’agricoltura italiana per offrire ai consumatori prodotti sempre piu’ sani e per ridurre l’inquinamento abbia subito uno stop. E’ strettamente necessario investire ulteriormente sulla qualita’ piuttosto che sulla quantita’”. “Gli effetti sinergici sulla salute dell’uomo e sull’ambiente del multiresiduo andrebbero adeguatamente verificati – aggiunge Antonio Ricci, della segreteria regionale di Legambiente Abruzzo – Nonostante la normativa europea sui pesticidi sia stata recentemente modificata con nuove direttive tese ad armonizzare, anche se con effetti non sempre migliorativi per l’Italia, valori e limiti nei diversi Paesi, manca ancora una corretta valutazione dei possibili effetti sanitari della dose minima cumulativa. Invitiamo tutte le aziende agricole abruzzesi ad aderire al servizio regionale di controllo e taratura delle irroratrici agricole gestito dall’ARSSA, che consente di ridurre sprechi e sovradosaggi di pesticidi e di limitare i danni economici, sanitari ed ambientali”. (nella foto: Una coppa di fragole, la richiesta più diffusa nei ristoranti: attenti però alla salute)


12 Giugno 2009

Categoria : Cronaca
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