Processi sisma, un rinvio dopo l’altro
L’Aquila – E’ stata rinviata al 10 febbraio l’udienza riguardante il crollo di un palazzo in via Generale Rossi, all’Aquila, dove morirono 17 persone. La decisione del Gup del Tribunale Marco Billi e’ scaturita dalla richiesta da parte di alcuni legali degli indagati, di visionare i documenti delle 19 parti civili, tra cui il Comune dell’Aquila che hanno chiesto di entrare a far parte del processo. In via Francesco Rossi, nella zona tra la villa comunale e via XX Settembre, c’era un palazzo edificato negli anni cinquanta che ospitava non solo famiglie ma anche studi professionali. Su questo crollo il pm titolare dell’inchiesta si e’ voluto soffermare su una ristrutturazione che ci fu all’inizio del 2000. Sotto inchiesta sono finiti gli ingegneri Diego De Angelis, che fu direttore dei lavori e amministratore del condominio, e Davide De Angelis, collaudatore, oltre al titolare dell’impresa che esegui’ i lavori, Angelo Esposito. Secondo le tesi del Pm, alla base della tragedia ci sarebbe stata la ristrutturazione del tetto che sarebbe stato appesantito ignorando le possibili conseguenze sotto il profilo della tenuta sismica con dei carichi maggiori. Tra le altre contestazioni, nell’ambito dei reati di omicidio colposo e disastro colposo, figurano le mancate misurazioni di adeguamento statico ed omissioni riguardanti i collaudi. Sarebbe stata anche omessa una relazione dettagliata al genio civile.
E’ stata rinviata all’8 aprile, l’udienza preliminare per discutere le opposizioni alle richieste di archiviazione, avanzate dal pm, nell’ambito del filone della maxi-inchiesta sui crolli del terremoto riguardante la Commissione Grandi Rischi. Lo ha deciso stamane il Gup Marco Billi nell’esaminare due opposizioni di archiviazione presentate dal pm Fabio Picuti. Nel corso del procedimento il magistrato ha ritenuto di rinviare all’8 aprile l’udienza perche’ in quella data verranno valutate anche altre cinque richieste di archiviazione. Si tratta di un’udienza-satellite rispetto a quella principale (fissata il 26 febbraio) nei confronti dei 7 imputati (per il mancato allarme) della commissione Grandi rischi. Dopo la richiesta dei familiari delle vittime delle dimissioni di tutti gli amministratori in carica all’epoca dei fatti, il Comune, dietro sollecitazione dell’associazione “309 martiri”, ha annunciato nei giorni scorsi la volonta’ di costituirsi parte civile. Gli indagati sono: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione nazionale per la prevenzione e previsione dei grandi rischi e ordinario di Vulcanologia all’Universita’ Roma Tre; Bernardo De Bernardinis, vice capo del settore tecnico operativo del dipartimento nazionale di Protezione civile; Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e ordinario di Fisica terrestre presso l’Universita’ di Bologna; Giulio Selvaggi, direttore del centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore della fondazione ‘Eucentre’; Claudio Eva, ordinario di Fisica terrestre presso l’Universita’ di Genova; Mauro Dolce, direttore dell’ufficio Rischio sismico del dipartimento di Protezione civile e ordinario di Tecnica delle costruzioni presso l’Universita’ Federico II di Napoli.
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