Ennio Di Vincenzo, artista “parigino”
L’Aquila – Ennio Di Vincenzo, l’artista che lasciandoci ha chiuso un’epoca sicuramente migliore dell’attuale, fu un “parigino” nello spirito e nel carattere. A parte l’originalità e il valore della sua arte, del suo stile d’avanguardia, la sua melanconica e dolce sensibilità , Ennio – quando tutti eravamo più giovani e più vivi – si distingueva per ironia e arguzia. Aveva occhi espressivi che guardavano nel profondo della gente. Distingueva gli amici dai finti amici. Partecipava alle serate scapigliate di anni lontani nel tempo, ma soprattutto nel modo di essere. Il giovane pittore venuto da Bisenti entrò a far parte di un gruppo di nottambuli che bazzicavano locali poi divenuti punti di riferimento, oggi scomparsi oppure cambiati (in peggio). Le serate cominciavano tardi e finivano tardissimo, quando le ore “piccole” cominciavano a ridiventare grandi. Spensieratezza, ma non vuoto nei discorsi, nelle discussioni, spesso impegnate su temi che allora coinvolgevano tutti: cinema, mostre d’arte, eventi, insomma “vitellonate” ma di un certo contenuto. Non per nulla del gruppo facevano parte diversi artisti, professori, intellettuali, e persino alcuni esponenti di quella specie estina che sono i poeti. Un po’ parigini eravamo tutti. Ennio apprezzava, partecipava. In un paio di locali, con la partecipazione di Ennio, furono dipinte e decorate le pareti, in cambio di un paio di cene per la comitiva. Quel gruppo non esiste più, e ora non c’è più neanche una città da vivere di notte. Ennio ha preferito accomiatarsi in silenzio, gli occhi ironici e intelligenti si sono chiusi. Coltiviamo quei ricordi che diventano preziosi. (G.Col.)
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