Boati in Veneto: ve ne furono anche qui
L’Aquila – (G.Col.) – NOTIZIE UTILI PER I VENETI: AVVERTITI A PAGANICA, E CE N’ERANO STATI PRIMA – (Nelle foto: la faglia di aprile presso Onna e l’Aterno) – Da qualche tempo in diverse zone montane tra Belluno e Treviso, riferiscono cronache locali, si avvertono paurosi boati sia di notte che di giorno, ma attenti rilevamenti di specialisti hanno escluso che vi siano state anche scosse sismiche. La zona è ad alto rischio sismico, quindi la popolazione è giustamente preoccupata o spaventata. Spiegazioni credibili, finora, non ve ne sono state. Il fenomeno sta attirando l’attenzione dei sindaci, delle prefetture e della protezione civile. Viene garantito che tutto è pronto per eventuali sistuazioni critiche.
Se può essere d’aiuto o servire da esperienza sfruttabile, ricordiamo che boati senza spiegazione si ebbero anche dalle nostre parti nei giorni precedenti il terremoto del 6 aprile 2009, ma anche nei giorni seguenti, per un lungo periodo. I boati si avvertivano (e il cronista può testimioniare che è la verità ) in particolare a Paganica, Onna e, secondo testimonianze che tuttavia non possiamo convalidare, anche nei dintorni di Villa S.Angelo, uno dei centri maggiormente colpiti. Tra Paganica e Onna, e quindi più avanti lungo la Valle dell’Aterno, corre la faglia attiva e storicamente disastrosa che generò il terremoto di aprile 2009. La faglia è pressochè rettilinea tra Paganica e Onna ed è emersa nei pressi di Onna e del fiume Aterno anche in superficie, con vistose e inquietanti speccature del suolo larghe anche 30 centimetri, apparentemente molto profonde, e realmente tali, trattandosi della sommità di una faglia profonda circa 10 km.
Tornando indietro nel tempo – e unicamente per fornire ai veneti delle informazioni che, per analogia, possono essere utili alle loro autorità e agli studiosi – circa vent’anni orsono si ebba un lungo. moderato sciame sismico molto localizzato a Prata d’Ansidonia, con boati e cupi brontolii percepiti dalla popolazione, nonchè aperture di alcune voragini anche in pieno abitato. Il sottosuolo della zona e dei centri vicini è ricco di cavità e caverne. Non vi furono forti terremoti nè precedenti nè successivi allo sciame e ai boati. Il fenomeno si esaurì e, come era arrivato, così se ne andò.
Anche i boati nell’Aquilano sembrano da tempo ormai esauriti. Qualcuno ad Assergi ricorda un cupo, profondo e agghiacciante boato avvertito dentro il Gran Sasso, all’altezza del laboratorio sotterraneo, diversi anni orsono. Non ci furono nè prima, nè dopo, fenomeni sismici: forse un crollo sotterraneo nella montagna, che è carsica e quindi ricca di cavità naturali e di acqua.
Le nostre informazioni non intendono, nè potremmo averne l’intenzione, nè rassicurare nè allertare i veneti, ma solo informarli. Molti di loro, per vicinanza geografica, sapranno che 13 anni orsono un gigantesco boato, simile ad una lunga esplosione, fu avvertito lungo tutta la costa romagnola, per decine e decine di chilometri. Niente scosse sismiche, meno che mai responsabilità umane o una qualsiasi plausibile spiegazione, nè tanto meno cause celesti: il fenomeno rimane misterioso.
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