Bisogno di aiuto? Speriamo di no
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Chi sa pregare, lo faccia. Chi ha ascolto ai Piani Alti, bussi alla porta e si faccia ascoltare. Abbiamo bisogno assoluto di non avere più bisogno di aiuto. Quindi, che non ci capiti ancora qualcosa di brutto, come avvenne ai primi dell’aprile crudele del 2009. Se infatti dovessimo ancora tendere la mano, sarebbero in pochi ad ascoltarci. Abbiamo ricevuto un dono dal Canada, paese ricco e civile, lontano migliaia di chilometri e centinaia d’anni (di civiltà ) da noi: il cosiddetto centro polifunzionale per gli studenti, sorto nell’area del San Salvatore, e anche inaugurato grazie a quella dose inesauribile di spudoratezza che fa parte del nostro costume nazionale. Quella struttura con foglia d’acero incorporata è rimasta vuota. Un dono neppure scartato. Ci vuole una enorme sfacciataggine, ma ci siamo riusciti, mettendo nel nostro curriculum da buffoni inveterati una figuraccia che definire pessima è insufficiente. Siamo riusciti a disprezzare un dono generoso ed estremamente necessario, come è tutto ciò che riguarda gli studenti in questa città universitaria da operetta. Sarà difficile, se mai dovesse essere necessario, ricevere considerazione e apprezzamento da un paese come il Canada, ma anche da tutti gli altri. Dovremmo chiedere umilmente scusa e arrossire. Ma voi ce la vedete la politica con il volto virginalmente imporporato da contrizione? Ce li vedete i nostri nefasti politicastri balbettare delle scuse, e correre ai ripari? No, proprio no. E allora, chi ha le carte in regola, bussi in Alto e chieda udienza, per l’invio di una preghiera. Che non ci capiti più niente. Signore, se ci sei, non battere un colpo: ci è bastato quello del 6 aprile e ci bastano quelli che ci infliggono i politici e i burocrati giorno dopo giorno. Che ci siamo scelti, Signore, non t’incazzare.
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