L’Università? “In stato confusionale”
L’Aquila – (Nella foto il ministro Brunetta all’Università lo scorso 17 gennaio: una visita dall’esito non felice) – Pierluigi Beomonte Zobel, Brunello Oliva, Sergio Tiberti (Consiglieri di Amministrazione dell’Università) hanno diffuso il seguente comunicato: “Dopo la conferenza stampa di Del Vecchio al mattino, nel pomeriggio il Rettore in CdA (e in TV) lo smentisce e detta la nuova linea sul caro affitti. Inaccettabile la “minaccia” di trasferire le Facoltà: ma a che titolo il DA parla di questioni accademiche?
Prendiamo atto e informiamo gli organi di stampa che, incalzati dall’evidenza dei gravissimi fatti da noi segnalati, Direttore Amministrativo e Rettore forniscono nello stesso giorno versioni contrastanti sulle scelte da adottare per uscire dalla palude del caro-affitti dell’ex-Optimes, in cui si sono cacciati e – purtroppo – hanno cacciato l’Ateneo aquilano.
1. Del Vecchio stipula a luglio 2009 un accordo capestro con Gallucci per quasi 2 milioni di euro l’anno senza parere dell’Agenzia del Territorio, senza premurarsi di prevedere una clausola di tutela dell’Università, e senza la possibilità di poter garantire una gara sui lavori di ristrutturazione lautamente pagati al “proprietario” con denaro pubblico, e per i quali non esiste rendicontazione. Non era certo questo il mandato di Senato e CdA, che non conoscevano in anticipo il contenuto del contratto.
2. A luglio 2010 il Consiglio di Stato stabilisce che il proprietario dello stabile è il Nucleo Industriale e non Gallucci. Ma il 7 gennaio 2011 Del Vecchio –non autorizzato da nessuna delibera del CdA – scrive ancora a Gallucci (perché ormai?) chiedendo un ribasso dell’affitto del 20% (perché non il 30 o il 40%?), invocando il rischio di insolvenza dell’Ateneo. Dopo soli 3 giorni arriva il parere dell’Agenzia del Territorio in base al quale risulta che l’Ateneo esborsa un canone tra il doppio e il triplo del dovuto!
3. A questo punto l’ineffabile Del Vecchio si comporta non da conduttore, ma da locatore proprietario, chiedendo una verifica al rialzo della stima, cioè la premessa per pagare di più! Questo incredibile comportamento viene giustificato dal D.A. come una tutela verso l’Università, paventando il rischio che il proprietario possa non essere disponibile a ribassare il canone e quindi vi sia il rischio che due facoltà rimangano senza sede e debbano emigrare da L’Aquila! In pratica, Del Vecchio si permette di configurare gli scenari dell’Ateneo aquilano per coprire le sue dilettantistiche mancanze.
4. Contestualmente e dopo la nostra denuncia, il Rettore, dopo aver fatto finta di disdire il contratto
(scrivendo a Gallucci, che non è proprietario) annuncia la disdetta definitiva del contratto e annuncia altresì di voler informare Sindaco, Prefetto e Regione della grave situazione determinatasi per la sede di Ingegneria, che rischierebbe di andare in altra città abruzzese. Ma chi avrebbe determinato questa situazione, se non l’incauta condotta della governance sull’ex-Optimes? Loro fanno, loro disfano.
5. Nel corso del CdA di ieri, ennesima variante. L’Ateneo deve rivalersi per le somme esborsate in
eccesso! Come se il contratto l’avesse firmato qualcun altro e non DA e Rettore! Qualcuno di noi fa notare che se anche si dovesse malauguratamente cercare una nuova sede, non occorre allontanarsi da L’Aquila, i cui nuclei industriali abbondano di strutture utilizzabili, per non dire che già nel 2009
si poteva pensare di prendere per pochissimo le strutture del polo elettronico smobilitate. E il Rettore dà atto in CdA che l’eventuale gara sarà estesa al solo territorio aquilano, dopo aver fatto diffondere in mattinata la notizia tendenziosa del rischio di perdere le Facoltà.
Del Vecchio dice di non temere gli accertamenti eventuali della Corte dei Conti, parlando del piccolo miracolo degli iscritti. Ma cosa c’entrano le due cose, ammesso che il miracolo esista e non sia un artefatto dovuto all’esenzione dalle tasse? Il punto è un altro. Può un ente pubblico, un’Università per di più in serie difficoltà finanziarie, permettersi il lusso di sborsare un eccesso di un milione di euro l’anno per un canone d’affitto? Evidentemente no. E’ questa la questione e, contrariamente a quanto asserito da Del Vecchio insultandoci, sappiamo di cosa parliamo.
Dopo la conferenza stampa di Del Vecchio al mattino, nel pomeriggio il Rettore in CdA (e in TV) lo smentisce e detta la nuova linea sul caro affitti. Inaccettabile la “minaccia” di trasferire le Facoltà: ma a che titolo il DA parla di questioni accademiche?
Prendiamo atto e informiamo gli organi di stampa che, incalzati dall’evidenza dei gravissimi fatti da noi segnalati, Direttore Amministrativo e Rettore forniscono nello stesso giorno versioni contrastanti sulle scelte da adottare per uscire dalla palude del caro-affitti dell’ex-Optimes, in cui si sono cacciati e – purtroppo – hanno cacciato l’Ateneo aquilano.
1. Del Vecchio stipula a luglio 2009 un accordo capestro con Gallucci per quasi 2 milioni di euro l’anno senza parere dell’Agenzia del Territorio, senza premurarsi di prevedere una clausola di tutela dell’Università, e senza la possibilità di poter garantire una gara sui lavori di ristrutturazione lautamente pagati al “proprietario” con denaro pubblico, e per i quali non esiste rendicontazione. Non era certo questo il mandato di Senato e CdA, che non conoscevano in anticipo il contenuto del contratto.
2. A luglio 2010 il Consiglio di Stato stabilisce che il proprietario dello stabile è il Nucleo Industriale e non Gallucci. Ma il 7 gennaio 2011 Del Vecchio –non autorizzato da nessuna delibera del CdA – scrive ancora a Gallucci (perché ormai?) chiedendo un ribasso dell’affitto del 20% (perché non il 30 o il 40%?), invocando il rischio di insolvenza dell’Ateneo. Dopo soli 3 giorni arriva il parere dell’Agenzia del Territorio in base al quale risulta che l’Ateneo esborsa un canone tra il doppio e il triplo del dovuto!
3. A questo punto l’ineffabile Del Vecchio si comporta non da conduttore, ma da locatore proprietario, chiedendo una verifica al rialzo della stima, cioè la premessa per pagare di più! Questo incredibile comportamento viene giustificato dal D.A. come una tutela verso l’Università, paventando il rischio che il proprietario possa non essere disponibile a ribassare il canone e quindi vi sia il rischio che due facoltà rimangano senza sede e debbano emigrare da L’Aquila! In pratica, Del Vecchio si permette di configurare gli scenari dell’Ateneo aquilano per coprire le sue dilettantistiche mancanze.
4. Contestualmente e dopo la nostra denuncia, il Rettore, dopo aver fatto finta di disdire il contratto
(scrivendo a Gallucci, che non è proprietario) annuncia la disdetta definitiva del contratto e annuncia altresì di voler informare Sindaco, Prefetto e Regione della grave situazione determinatasi per la sede di Ingegneria, che rischierebbe di andare in altra città abruzzese. Ma chi avrebbe determinato questa situazione, se non l’incauta condotta della governance sull’ex-Optimes? Loro fanno, loro disfano.
5. Nel corso del CdA di ieri, ennesima variante. L’Ateneo deve rivalersi per le somme esborsate in
eccesso! Come se il contratto l’avesse firmato qualcun altro e non DA e Rettore! Qualcuno di noi fa notare che se anche si dovesse malauguratamente cercare una nuova sede, non occorre allontanarsi da L’Aquila, i cui nuclei industriali abbondano di strutture utilizzabili, per non dire che già nel 2009 si poteva pensare di prendere per pochissimo le strutture del polo elettronico smobilitate. E il Rettore dà atto in CdA che l’eventuale gara sarà estesa al solo territorio aquilano, dopo aver fatto diffondere in mattinata la notizia tendenziosa del rischio di perdere le Facoltà”.
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