Opinioni – Le lezioni di storia di Paolini (e degli altri)
(di Carlo Di Stanislao) – Stasera in prima serata su La 7, replica, dopo il successo della messa in onda di mercoledì, di “Ausmerzen”, lavoro frutto di due anni di ricerca, ambientato presso l’ospedale psichiatrico ‘Paolo Pini’ di Milano, racconto commosso e precisissimo che, attraverso una narrazione pensata per approfondire il valore del ricordo, racconta senza frange né effetti pianto, la terribile vicenda legata alle teorie dell’eugenetica che, fra il ’34 e il ’45, ha portato il nazismo alla sterilizzazione prima, e all’eliminazione poi, dei disabili e dei malati di mente, con la sperimentazione di tecniche di eliminazione di massa. Autore e interprete di un repertorio che appartiene al cosiddetto teatro civile, Marco Paolini si occupa di teatro dagli anni settanta, ma è nel 1995, con Il racconto del Vajont, vincitore l’anno dopo del Premio Speciale Ubu per il Teatro Politico, che arriva al grande pubblico. Nel 96 porta in palcoscenico “Appunti foresti”, nel 97 “Il Milione – Quaderno Veneziano”, e nel 1999, produce “Stazione di transito-Album di storie”. Per la stagione teatrale 1999-2000 propone “Bestiario veneto”, “Bestiario Italiano” e “I cani del gas”. Dal 2000 Paolini autoproduce i suoi progetti teatrali, editoriali e cinematografici attraverso l’attività della Società JoleFilm fondata nel 1999. Da ricordare : ” I-TIGI Canto per Ustica” (2000), il riallestimento dello stesso con il titolo “I-TIGI Racconto per Ustica (2001). “Aprile’74 E 5″, “Tra un campo da Rugby e la piazza”, “Appunti Foresti”, “Dal Milione, Quaderno Veneziano”. La sua ultima produzione, prima di Ausmerzen”, è stato “Parlamento Chimico – Storie di plastica”. Ha inoltre scritto ed eseguito per l’Orchestra D’Archi Italiana il racconto “La donna dell’altro secolo” che accompagna l’esecuzione in sestetto del “Verklarte Nacht” di Schoenberg. Per il cinema ha lavorato sul set di vari film come “Manila Paloma Bianca” di Daniele Segre (1992), “Caro Diario” di Nanni Moretti (1993), “Il toro”(1995), “la Lingua del Santo” ,”A cavallo della tigre” di Carlo Mazzacurati E’ interprete e coautore con Carlo Mazzacurati del film “Ritratti” (1999). Ogni monologo di Paolini è un viaggio attraverso la memoria; a partire da tutto quello che bisogna sapere sul lavoro, lo sport e la politica. Lui, naturalmente, da persona intelligente, non pretende di raccontare la verità. E lo vedi così scendere dal palco ad ascoltare la gente che ha voglia di confrontare emozioni, di aggiungere particolari, di accrescere il racconto, un pubblico che si sente autorizzato al confronto, alla “confessione” di fronte a quest’uomo dai grandi occhi chiari che cattura la tua fiducia e a cui consegni volentieri i tuoi ricordi con la speranza che almeno lui continui a raccontare e a far ricordare “perché un paese che dimentica se stesso è un paese triste”. Grazie a lui e a pochi altri, da qualche anno, il fenomeno della politica a teatro (dovuto solo in parte ad alcune esperienze di censura durante il governo Berlusconi) pare essere ritornato in primo piano attraverso forme e modi molto diversi tra loro che non sembrano delineare un unico e definitivo modo di fare teatro politico e che in alcuni casi non partono nemmeno dall’idea di voler essere politici, ma in base all’azione scenica intrapresa lo diventano per loro stessa natura. Paolini si affianca ad Autori del calibro di Dario Fo, un teatro di narrazione storica e civile e di memoria, come quello di Marco Baliani, Laura Curino e Ascanio Celestini e Armando Punzo. “Ausmerzen” (che significa sradicare), è uno spettacolo che lascia aperti alcuni inquietanti interrogativi, ad iniziare da una società che in tempi di crisi continua a considerare matti e disabili un peso per la comunità che fatica, non più e non meno di come venivano indicati nella Germania nazista, che approfittava di ciò per “ripulire” la razza. Il segno che sono passati decenni ma alcune tentazioni, alcune discriminazioni, covano ancora sotto la cenere. Sono in agguato dietro l’angolo delle nostre paure.
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