Transcom: tutti via, chi se ne frega dell’Aquila?


L’Aquila – Inutile, a momenti drammatico, l’incontro avvenuto oggi presso Confindustria a L’Aquila tra Transcom (multinazionale titolare in un call center a Pettino) e sindacati. L’azienda conferma le proprie decisioni: smobilitazione dall’Aquila. 276 licenziamenti e una settantina di trasferimenti in altre sedi della multinazionale in Italia. Molto lontano dall’Abruzzo, quindi pesanti disagi per gente che dovrà andarsene e spesso vivere altrove con stipendi davvero non sontuosi. Alla Confindustria c’è stata protesta, anche disperazione, e il sindacato UGL (da sempre il più attento alla storia della Transcom a L’Aquila) ha dichiarato per bocca del suo capo provinciale, Piero Peretti: “E’ un tentativo per ottenere benefici dalle istituzioni, lo condanniamo decisamente. Nessuno può usare i lavoratori come scudi umani”. Ma sono parole: in pratica, la Transcom lo sta facendo. Poco prima del terremoto, ai primi di aprile, ci fu un sonelle incontro – presente Giorgio De Matteis accanto ai vertici del gruppo – per promettere cielo e terra, assunzioni, contratti a tempo indeterminato, fino a 450 unità, e promesse di sacre dedizioni dell’azienda al territorio aquilano. Oggi, tutto rimangiato, tutto dimenticato, silenzi imbarazzati di alcuni politici, sdegno del sindacato. E la Transcom a, in definitiva, quello che preferisce: via baracca e burattini, chi se ne frega se L’Aquila ha sempre più vostose “pezze al culo”, tanto per dirla chiara e tutta.


11 Giugno 2009

Categoria : Economia
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