La termografia poteva salvare 40 chiese, indicate anni fa come edifici a rischio


L’Aquila – (Nelle foto l’intervento dell’assessore Fattore e un’immagine a infrarossi di un edificio) - Un’indagine termografica di alcuni anni fa metteva in evidenza tutti i rischi che in caso di sisma correvano almeno una quarantina di edifici storici aquilani, soprattutto chiese. Tutti edifici puntualmente danneggiati o crollati il 6 aprile 2009: la termografia, con opportuni interventi, avrebbe potuto salvarli: ma così non è stato.
Si è svolto oggi presso l’aula magna della facoltà di ingegneria il convegno “Un approccio scientifico e metodologico all’uso della termografia: realtà e luoghi comuni tra passato, presente e futuro”, organizzato dall’ateneo aquilano in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia e dall’Arcidiocesi. La giornata è stata dedicata alle applicazioni della termografia alla ricerca scientifica ed, in particolare, al contributo che questa può dare al territorio dell’Aquila in termini di recupero del patrimonio artistico, ed edilizio nella ricostruzione. Durante i lavori è stato presentato uno progetto di diagnostica sullo stato di conservazione delle principali chiese della Diocesi Aquilana, recuperato dai laboratori della Facolta’ di Ingegneria.
Il lavoro, commissionato dalla Curia e finanziato per un triennio dalla Fondazione Carispaq, era stato ultimato pochi giorni prima del terremoto dell’aprile 2009. Insieme con i dati precedentemente raccolti, costituisce una testimonianza fondamentale sul patrimonio artistico prima del sisma, tanto più importante se si considera che molti archivi sono andati distrutti. “Come Fondazione – spiega il Presidente Roberto Marotta – siamo sempre molto sensibili alle richieste di finanziamento che ci arrivano dall’Università dell’Aquila, in questo caso il progetto ci è sembrato di alta valenza scientifica e soprattutto di immediata e pratica utilizzazione; per questo abbiamo erogato nel triennio a favore dell’ateneo ed in particolare della facoltà di ingegneria circa 100mila euro . Oggi, alla luce di quanto accaduto ad aprile 2009, questa impressione è tanto più vera e necessaria per la ricostruzione del patrimonio culturale aquilano”.
Lo scopo della giornata distudi è stato quello di illustrare il contributo che la tecnica termografica può dare al territorio dell’Aquila, durante la fase di ricostruzione, in termini di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico ed edilizio. In particolare, oltre agli ultimi sviluppi tecnico-scientifici, sono stati presentati i risultati di una vasta attività di monitoraggio dello stato di degrado delle chiese e degli edifici storici della provincia dell’Aquila, eseguita dal Laboratorio LAS.E.R. della Facoltà di Ingegneria che, da sempre, è impegnato a far ricadere sul territorio i risultati della ricerca scientifica. “Con questa ricerca – sottolinea Domenica Paoletti responsabile del laboratorio Laser del dipartimento di energetica della facoltà di ingegneria – abbiamo evidenziato, su tutti i monumenti presi in considerazione, tre filoni di informazioni che potrebbero essere utili per la ricostruzione di questi edifici, si tratta di analisi quantitative che hanno evidenziato distacchi superficiali, la presenza di strutture interne alle murature e problemi strutturali che se affrontati, anche subito, potrebbero evitare ulteriori danni agli edifici considerati. C’è poi da aggiungere – ha concluso Paoletti – che in alcuni casi come la Chiesa di San Silvestro all’Aquila o quella di Santa Maria ad Cryptas a Fossa le indagini termografiche combaciano esattamente con i danni verificatisi a seguito del sisma del 2009”.
Il progetto ha esaminato più di 40 chiese, per ognuna delle quali è stata stilata una dettagliata scheda in cui, oltre ai principali dati storici e iconografici, sono segnalati i possibili problemi individuati durante la diagnostica, venendo a costituire così un importante database. L’importanza di questo database è cresciuta notevolmente dopo il sisma del 6 aprile 2009, a causa della distruzione o della inagibilità di molti archivi e soprattutto perché alcune delle anomalie, individuate preventivamente tramite indagini termografiche, sono risultate il punto debole di tali strutture in occasione del sisma.
Purtroppo il terremoto ha dato la possibilità di verificare l’utilità e l’attendibilità di un’indagine a tappeto tramite termografia, che in futuro potrebbe essere estesa ad altre chiese e palazzi storici rilevanti in tutta la provincia in modo da poter effettuare lavori di consolidamento prima che si verifichino eventi devastanti.

La diagnostica, effettuata dal Laboratorio LAS.E.R. della Facoltà di Ingegneria e durata un anno, ha riguardato essenzialmente l’individuazione di anomalie termiche sulle facciate e sulle pareti esterne delle chiese, ricollegabili a diversità strutturali, infiltrazioni di umidità o presenza di strutture nascoste. Dopo il terremoto, alcune delle criticità evidenziate si sono rivelate veritiere. I risultati di tali indagini sono stati presentati a un convegno internazionale che si è tenuto a Venezia nel settembre 2010. Tutto il progetto è stato realizzato grazie all’alta valenza tecnologica messa a disposizione della FLIR che ha contribuito anche alla realizzazione del convegno odierno.


26 Gennaio 2011

Categoria : Scienze
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