Taccuino: S.Agnese, Auschwitz
S.AGNESE IN CENTRO – Ecco l’unica celebrazione di S.Agnese nell’ambito del centro storico aquilano, per “far capire agli aquilani che per primi debbono tornare a far rivivere la loro città”. Sant’Agnese, l’unica IN CENTRO STORICO con l’intento di far capire che gli aquilani per primi devono tornare a far rivivere la nostra città. Jemo ‘nnanzi”, scrive la collega Angela Ciano.
NOBILE CONFRATERNITA “DEVOTI DELLA CANTINA”:
PROGETTISTA: Cesare Ianni
CAPOCANTIERE: Tonino Scardone
LIMA TECNICA: Ninnaò
MAMMA DEI CANTIERI DE J’ ATRI: Natalia Nurzia
RECCHIA AGGREGATA (alle atre recchie): Angelo De Nicola – Cocciarotta
LAVANNARA DELLA ZONA ROSSA: Federica Cavicchio
LAVANNARA DELLA ZONA A BREVE: Annamaria Pasquali
OPERAIO ZELLUSU: Iacopo Ianni
LIMETTA DISARMATA (la più giovane partecipante): Elettra Pace
MEMORIA – Giovedì 27 gennaio 2011, con inizio alle ore 9, presso il Teatro Marrucino, si terrà il convegno dedicato al 66° anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Il Convegno, aperto al pubblico, è rivolto principalmente al mondo della scuola ed è finalizzato a favorire momenti di riflessione e meditazione consapevole su quei tragici eventi. Il programma della mattinata prevede in apertura i saluti istituzionali del Prefetto di Chieti Vincenzo Greco, del Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, del Sindaco di Chieti Umberto Di Primio, del Responsabile dell’Ufficio Scolastico Provinciale Sandro Liberatore.
A seguire:
Letture e riflessioni
a cura del Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi di Chieti
Deportazione nella Provincia di Chieti durante l’ultimo conflitto mondiale intervento di Miria Ciarma, Direttore dell’Archivio di Stato di Chieti
Riflessioni storiche sull’evento
intervento di Enzo Fimiani, Storico, Direttore della Biblioteca Provinciale di Pescara
Al termine degli interventi il Prefetto consegnerà la Medaglia d’Onore, riconoscimento concesso ai cittadini italiani, militari e civili, deportati nei lager nazisti, istituito con Legge 296/2006 e conferito dal Capo dello Stato.
Con Decreto del 14 maggio 2010 la Medaglia d’Onore è stata assegnata al Sig. Domenico DI CARLO, abitante a San Salvo, internato nel Campo di concentramento nazista di Norimberga dal 12 settembre 1943 al 15 aprile 1945. Il Sig. Di Carlo sarà accompagnato dal Sindaco di San Salvo, Gabriele Marchese.
Lanciano- Giovedì 27 gennaio alle ore 21.00 secondo spettacolo della rassegna “Teatri Randagi – stagione di Teatro Contemporaneo”, inclusa nella Stagione Teatrale 2010/2011 del Teatro Fenaroli di Lanciano e organizzata del Teatro Studio di Lanciano. In scena “L’AVARO”, da Molière, con Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini, Stefano Angelucci Marino, regia di Stefano Angelucci Marino – Coproduzione Teatro del Sangro/Teatro Stabile d’Abruzzo con la collaborazione del CERAM (Centro di Ricerca Abruzzese per il Teatro di Maschera).
Non si entra in Molière senza conseguenze. Oggi come non mai la lezione di Molière è attuale, la sua capacità di penetrare il male in tutte le sue forme (sociali e psichiche), facendo ricorso alle armi della satira e della comicità. Molière ha utilizzato il comico come dispositivo per raccontare la violenza del mondo. “L’Avaro” è una commedia dove Molière riesce magistralmente a ridicolizzare all’estremo l’avarizia e la totale mancanza di sentimenti del vecchio Arpagone rendendole, soprattutto nelle scene in cui sono poste a confronto con gli impeti giovanili del figlio Cleante, drammaticamente amare. Il tema dominante è quello del possesso, dell’avere. Tutto può essere trasformato in denaro, anche i figli, gli amici. Una vera passione devastatrice che soffoca ogni sentimento e annulla la coscienza. Ancora una volta il gioco è l’amorevole massacro della Tradizione. Non “mettere in scena”, ma “mettere in vita” un testo antico: resuscitare Molière, non recitarlo. La tecnica della resurrezione parte dal fare a pezzi, disossare e così in questo “Avaro” Angelucci Marino ha alternato scrittura e ri-scrittura, seguendo e deformando lo scheletro del testo originario; ne esce fuori uno spettacolo ambientato in un settecento abruzzese, in un equilibrio carico di tensione scenica, tra realismo e visionarietà. L’operazione registico-drammaturgica, giocata tra re-invenzione, maschere della commedia dell’arte e burattini tradizionali, è consistita nel prendere questo classico della letteratura teatrale europea e rivisitarlo con rispetto e rigido scrupolo, ma anche con una tranquilla impudenza inventiva, rimescolando impavidamente squisitezze settecentesche e miserie oggidiane.
Non c'è ancora nessun commento.