Stufi di aspettare tornano in uno stabile
L’Aquila – Dal Gruppo “Riprendiamoci il futuro” riceviamo: “Oggi 22 gennaio 2011 abbiamo deciso di aprire lo stabile in viale Duca degli Abruzzi 4. Un edificio in buone condizioni ma inspiegabilmente in disuso dal 6 aprile 2009. In questo momento lo stiamo occupando per renderlo da subito uno spazio a disposizione del territorio. Qui vogliamo realizzare nell’immediato servizi e attività . Qui vogliamo costruire uno spazio che da subito svolga la funzione di laboratorio sociale, culturale, artistico e politico. Qualcosa di cui la città ha disperatamente bisogno per ripartire davvero in comune.
Abbiamo deciso di farlo autonomamente perché non possiamo continuare ad aspettare che il tessuto sociale di questa città seguiti inesorabilmente a lacerarsi a causa dell’immobilismo delle amministrazioni e all’affarismo di questa politica.
Dopo aver ricevuto dalle istituzioni solo vane promesse non ci fidiamo più. Questa volta ci siamo fidati del nostro istinto seguendo l’esigenza che ormai abbiamo fortissima di esserci, fare, desiderare, incontrarci, conoscerci, vivere.
Non possiamo più permetterci di trattenere le energie fresche e nuove che abbiamo a disposizione. Non possiamo più aspettare! Era il momento di farlo. E l’abbiamo fatto. perché non vogliamo andarcene da questa città .
Cosa vogliamo fare?
Stiamo aprendo da subito un’aula studio, una biblioteca, una sala multimediale, una mensa, una sala cinema, la sede sede una web radio, una palestra popolare, un urban center per ospitare materiali e dibattiti sulla ricostruzione. Ma è solo l’inizio! Abbiamo bisogno delle idee, dei progetti e dei sogni di tutti, per realizzare progetti concreti che nascano dai reali bisogni della collettività . Dacci una mano ad aprire questo spazio polifunzionale nel centro della città .
Chi siamo?
Siamo cittadini senza città e diritti; siamo giovani che vogliono lottare senza arrendersi per ricostruire il proprio futuro; siamo studenti e studentesse che pretendono di tornare a studiare in una città che li accolga meglio di prima e che non si riduca a un centro commerciale. Siamo uomini e donne che trovano la loro forza e la loro unità nel bisogno di avere spazi di socialità , luoghi di confronto e di costruzione di vita reale”.
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