Porto, ci sarà pure un colpevole

(di Gianfranco Colacito) – Il sindaco di Pescara Albore Mascia, il presidente Testa, le autorità portuali, la Regione e magari mettiamoci pure qualche organo dello Stato, trovano sulla loro strada l’eterno problema dei fondali del porto canale, ormai sollevatisi di metri, dopo cinque o sei anni di mancati dragaggi. La nostra lunga carriera giornalistica in Abruzzo ha numerosi temi ricorrenti, sempre noiosamente uguali, sempre di traverso sulla strada non dello sviluppo, ma dell’ordinaria esistenza di questa regione. Uno di tali argomenti è il porto canale di Pescara. I dragaggi sono un problema da quando Testa era in fasce e Albore Mascia andava a scuola. Viene il sospetto che certi problemi, di per sè ridicoli nella loro linearità, se li inventino i politici per poi farsi belli risolvendoli: i salvatori della patria sono una specie proliferante in un paese di ciarlatani più o meno altolocati, come l’Italia. Oggi alle autorità pescaresi e abruzzesi si chiede di smetterla con questa buffonata. I fondali del porto canale siano dragati periodicamente e senza otacoli o intoppi, perchè ne va dell’economia della città. Pescara non ha il porto di Rotterdam, d’accordo, ma è pur sempre il porto di cui la città dispone.
Se Albore Mascia, Testa e compagni (chiunque c’entri in questa vicenda risibile) sono seri, oltre che dragare il porto, facciano anche un’altra cosa: tirino fuori i nomi delle persone o degli uffici che ogni volta si mettono di traverso, ostacolano, tardano, nicchiano, tralignano, omettono, danneggiano. Una volta per tutte, dicano di chi è la colpa. E chiunque sia, sia cacciato a calci nei glutei. Questa sì che sarebbe una operazione seria.

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