Cialente: “Basta polemiche, agiamo”
L’Aquila – “Qualunque tentativo di minimizzare l’importanza o di sviare l’attenzione rispetto all’atto deliberativo votato lunedi’ in consiglio comunale e’ solo demagogico. Basta con la politica delle parole e delle polemiche, adesso e’ tempo di agire”. Il sindaco Massimo Cialente interviene sulla questione dell’individuazione di un’area a fattibilita’ immediata nel centro storico dell’Aquila, in corrispondenza con l’asse longitudinale nord – sud e quindi con corso Vittorio Emanuele II- corso Federico II – piazza Duomo – piazza Palazzo. “L’ipotesi di agenda a breve, trasmessa dalla Struttura tecnica di Missione – spiega Cialente – conteneva, tra varie indicazioni generiche, un’osservazione sul ruolo strategico costituito dall’asse del corso, per cui dunque potevano programmarsi interventi in via prioritaria. Niente di piu’, solo un’osservazione di poche parole in mezzo a tante altre. Ben diverso – precisa Cialente – lo scopo della mozione approvata dal consiglio, la cui peculiarita’ e’ quella di individuare un percorso, progettuale e normativo, di specificare quali sono i referenti e quali gli interlocutori di questo programma, quali i tempi, e quali, infine, le previsioni in ordine ai costi. Un atto concreto, dunque, non solo una dichiarazione di intenti rispetto a cosa si potrebbe fare in un futuro nebuloso”. Cialente risponde anche a chi parla di una supposta mancanza di informazione ai consiglieri. “La relazione – prosegue Cialente – e’ fin da allora consultabile sul sito del commissario per la ricostruzione, alla voce Atti e Documenti, insieme con tanti altri scritti che in quel periodo ci venivano prodotti, tra cui addirittura ipotesi di piani strategici per il nostro territorio. Dunque si tratta di una relazione visibile da tutti e di cui tutti i soggetti interessati, tra cui ovviamente ci sono i consiglieri comunali, potevano prendere atto e acquisire contezza, allo stesso modo di come acquisiscono contezza, alla pari del resto dell’amministrazione comunale, dei decreti commissariali che ormai ci piovono addosso e di cui nulla sappiamo prima della pubblicazione”. “Dico questo solo per fare chiarezza, – conclude il primo cittadino – non certo per entrare in polemiche di cui credo che questa citta’ davvero non abbia bisogno. Quello che serve e’ concretezza e condivisione. Solo cosi’ potremo vincere la sfida della ricostruzione, come ha dimostrato la mozione approvata dal consiglio e come dimostrano le decisioni assunte dal Comune, e gli atti conseguenti, per le aree di Santa Maria di Farfa – San Bernardino e Porta Napoli . Non vorrei che a qualcuno possa creare disagio l’impulso che il Comune sta cercando di imprimere per la ricostruzione che cozza, mi rendo conto, con lo stallo normativo e decisionale che ha caratterizzato l’ultimo anno. Mi rifiuto di pensare che le dichiarazioni del presidente Chiodi siano state suggerite dal desiderio di sconvolgere un rinnovato clima di leale collaborazione che il Comune dell’Aquila ha instaurato con il vice commissario Cicchetti e con tutti gli altri protagonisti a vario titolo coinvolti nella gestione dell’emergenza e nell’avvio della ricostruzione. Collaborazione che, proprio ieri, ha mostrato di essere il giusto metodo, cercato da tempo, per risolvere i problemi e ridare speranza a tutte le aquilane e a tutti gli aquilani. Sono certo, o almeno spero, che nessuno voglia disfare la tela che, con tanta fatica e generosita’, si sta cercando di iniziare a tessere. Per quanto mi riguarda, nell’esclusivo interesse della mia citta’, cerchero’ in tutti i modi di evitare polemiche e scontri, pur difendendo strenuamente le scelte dell’amministrazione e del consiglio comunale”.
(Ndr) – Gli aquilani vogliono sperare che fino ad oggi i ritardi (enormi) nella ricostruzione non siano dovuti solo a polemiche, litigi, diatribe, diversità di opinioni, politichese spinto e altri biasimevoli modi di perdere tempo e farsi spazio elettorale. Vogliono sperare che vi siano stati, in questi due anni buttati in pattumiera, veri, seri motivi, cause gravi. Se non fosse così, se si fosse perso tempo solo in chiacchiere e polemiche, i responsabili sarebbero da processare tanto quanto coloro che sono stati rinviati fino ad oggi a giudizio nel dopoterremoto.
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