Porto, creare un fronte comune


Pescara – FORUM ECONOMICO SULL’EMERGENZA – Ritardi ogni anno, sempre ritardi e intoppi burocratici, o incapacità di gestire una situazione che non è eccezionale, ma ordinaria: quella dei fondali del porto canale. E ogni anno, si arriva all’emergenza, mentre le istituzioni farfugliano e promettono con i fiatone ciò che dovrebbero fare sempre e in silenzio. Sostegno alla richiesta di convocare un forum dell’economia pescarese sui problemi del porto di Pescara, per arrivare al piu’ presto alla dichiarazione dello stato di emergenza. Lo esprime il presidente della Cna provinciale, Riccardo Colazilli, secondo il quale “diventa adesso prioritario creare un fronte comune, tra istituzioni e associazioni d’impresa, per superare la drammatica situazione di crisi in cui versa il porto canale pescarese”, ormai prossimo all’impraticabilita’ piu’ totale a causa del mancato dragaggio dei fondali. Bene dunque hanno fatto tutte le principali associazioni di impresa che siedono negli organismi della Camera di commercio, secondo Colazilli, a scrivere nei giorni scorsi alle principali istituzioni locali – il presidente della Regione, Gianni Chiodi; l’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra; il sindaco e il presidente della Provincia di Pescara, Luigi Albore Mascia e Guerino Testa – sollecitando un’azione vigorosa nei confronti del governo per “il riconoscimento dello stato di emergenza per il porto di Pescara”. A fare le spese della paralisi delle attivita’ portuali e’ soprattutto il comparto della pesca: ” Il settore, gia’ gravato di numerosi problemi – afferma il testo diffuso dall’ente camerale – fronteggia quotidianamente situazioni che mettono a rischio l’incolumita’ degli operatori e che causano danni alle imbarcazioni e ai loro apparati”. Una condizione di disagio che potrebbe presto estendersi a tutti gli altri comparti produttivi: “A causa dei ritardi nelle operazioni di dragaggio dei fondali – conclude la nota – tutti i traffici marittimi hanno subito un quasi totale azzeramento delle attivita’, con perdita di posti di lavoro e con il concreto rischio di chiusura di numerose aziende”.


21 Gennaio 2011

Categoria : Economia
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