I quattro boscaioli
(di Anna Ventura) – Nella pagina della Marsica del Centro di lunedì 18 gennaio, leggo un articolo bellissimo:”la storia dei fratelli Panella,ultimi coloni a Tagliacozzo”. E’ una storia di dolore, come può esserlo quella di quattro vecchi invalidi, segnati da una vita di stenti e di lavoro bruto. Ora, il lavoro bruto non lo possono fare più, perchè hanno i piedi deformi e il corpo indebolito. Vivono in un casolare cadente, per di più reclamato da un proprietario che ormai non riceve più nè denaro,nè quelle prestazioni manuali che ne costituivano una sorta di pagamento. L’autrice dell’articolo,Marianna Gianforte, denuncia questo stato di estrema indigenza, sollecitando un aiuto. Forse senza volerlo, scrive una favola, ricrea un mondo,rievoca un’umanità ormai scomparsa . Ha anche l’intelligenza di fotografarli; tutti e quattro(tre fratelli e una sorella), nell’interno del casolare, e appena fuori. Nelle immagini si vedono i piedi deformi, i cappellucci di fortuna, i vestiti rattoppati. Eppure, stanno lì, tutti e quattro, insieme: un gruppo, quattro esemplari di umanità sopravvissuta al tempo,al freddo, alla fame,all’incuria, a tempeste e terremoti.
Oggi si ha molta cura del nostro patrimonio di tradizioni. Usi, costumi, oggetti, parole, case di terra e fontanili,poesie a braccio e canti di mietitori: tutto, giustamente, si salva e si recupera.
In questo spirito dobbiamo salvare questi quattro esemplari umani, e dobbiamo salvarli bene, rispettando il loro ambiente e le loro abitudini. Rispettiamo la loro capacità di resistere, i muri del loro casolare,il rumore e l’odore del bosco, lo schianto del tuono. In terre lontane ci sono le tigri bianche e i cuccioli di panda, e il mondo si inchina a queste bellezze del mondo animale, si sforza per offrire loro le condizioni migliori per continuare a vivere. Noi abbiamo i fratelli Panella, che non sono belli come gli esemplari citati; ma c’è un dettaglio da non trascurare: sono uomini. Come noi. Unici e irripetibili.
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