“Noi, cittadini-ostaggio”
L’Aquila – Da Danilo D’Antonio, Rocca S.Maria di Teramo, riceviamo: “Gentile Direttore, Le presento i miei migliori riguardi.
Sono qui umilmente a riferire di una triste situazione che dura ormai da 64 anni e che vede i cittadini italiani succubi e sudditi di coloro i quali si sono totalmente accaparrati la Res Publica: gli statali, gli assunti a vita in ruoli ch’eppure sono di proprietà dell’intero popolo italiano.
La prego, mi permetta: l’intera nostra Funzione Pubblica soffre di una eredità storica che risale ad epoca pre-democratica, ai tempi della dittatura precedente la fine della seconda guerra mondiale. A quel tempo era in uso fidelizzare una minoranza della popolazione con l’assunzione a vita nel pubblico impiego allo scopo di imporre la volontà del monarca/despota sulla parte restante della popolazione. Con la fine della guerra e l’avvento della Democrazia i ruoli della Res Publica avrebbero dovuto essere regolarmente restituiti al popolo e redistribuiti tra tutti i cittadini aventi i requisiti necessari, così come democraticamente infatti avvenne per i ruoli di governo. Così però non è stato a causa di intere generazioni di politici corrotti che hanno preferito barattare posti pubblici in cambio di voti nonché di una cultura ch’è rimasta prigioniera e schiava dei baroni della scuola ed università .
Sono dunque qui a chiedere di partecipare al processo di liberazione della nostra malridotta società dall’assunzione a vita nel pubblico impiego e dagli statali tutti: noi cittadini siamo letteralmente ostaggio più di costoro che della casta dei politici. I politici, volenti o nolenti, si devono rimettere in ballo ad ogni elezione. Gli statali, da perfetti micro dittatori quali sono, detengono a vita ruoli, poteri e redditi che andrebbero invece condivisi così come di rigore per ogni bene comune. Tant’è che diversi statali, dopo decenni di permanenza nei Pubblici Uffici, divengono perfino più potenti dei governanti.
Pretendiamo dunque ciò che ci spetta di diritto: il licenziamento di tutti coloro che indebitamente sono stati assunti a vita nei fondamentali ruoli di proprietà collettiva e l’assegnazione di questi ultimi a rotazione a cittadini desiderosi di prestare servizio e dotati delle necessarie competenze. In tal modo avremo non solo guarito il nostro Paese ma pure avviato il risanamento del mondo intero. Gentile Direttore, finora abbiamo vissuto una finta democrazia. Ora noi possiamo, noi dobbiamo portare a termine il lavoro dei tanti eroi che, con l’impegno ed il sacrificio, ci hanno condotti storicamente fin qui”.
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