Ingegneri: piani agli atenei, illegittimo


L’Aquila – Il Presidente della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri Dott. Ing. Pierluigi De Amicis scrive: “L’affidamento diretto alle Università dei piani di ricostruzione, anche come attività di supporto al Responsabile Unico del Procedimento, è ritenuto, come ben evidenziato nella diffida inoltrata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, oltre che illegittimo, un atto che non tiene in alcun conto la qualità e la speditezza dell’intero processo della redazione degli strumenti di pianificazione.

La diffida per l’affidamento diretto alle Università dei piani di ricostruzione, condivisa ed anche richiesta da questa Federazione regionale, è stata inoltrata dal C.N.I. ai Sindaci del Cratere come primi destinatari proprio quali soggetti che devono affidare gli incarichi per la redazione dei Piani di Ricostruzione, anche nella forma di attività di supporto al R.U.P.. La stessa diffida è stata indirizzata al Commissario per la ricostruzione ed al Coordinatore della Struttura Tecnica di Missione quali estensori della bozza per l’affidamento dei relativi incarichi alle Università e/o a Enti pubblici di ricerca in genere.

Le attività previste nel capitolato generale e nella convenzione sono pienamente ricomprese nella norma che disciplina la scelta da parte delle Pubbliche Amministrazioni del contraente per l’affidamento dei servizi e pertanto, non possono essere sottratte alle prescritte procedure di selezione, come anche ribadito dalla determinazione n. 7 del 20 ottobre 2010 dell’Autorità Vigilanza Lavori Pubblici. È bene precisare che le prestazioni in oggetto sono di carattere pianificatorio – programmatico, ben diverse e distinte dalle prestazioni progettuali di tipo edilizio: entrambe le prestazioni sono comunque ricomprese e parimenti disciplinate per il loro affidamento nel codice contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Il D. Lgs. 163/2006 prevede anche le procedure da seguirsi per l’affidamento di attività di supporto al responsabile del procedimento: “nel caso in cui l’organico delle amministrazioni aggiudicatrici presenti carenze accertate o in esso non sia compreso nessun soggetto in possesso della specifica professionalità necessaria per lo svolgimento dei compiti propri del responsabile del procedimento, secondo quanto attestato dal dirigente competente, i compiti di supporto all’attività del responsabile del procedimento possono essere affidati, con le procedure previste dal presente codice per l’affidamento di incarichi di servizi, ai soggetti aventi le specifiche competenze di carattere tecnico, economico finanziario, amministrativo, organizzativo, e legale, che abbiano stipulato adeguata polizza assicurativa a copertura dei rischi professionali.”.

Quello che continuiamo a chiedere è chiarezza e trasparenza, nel rispetto dei principi normativi richiamati, anche nella selezione dei soggetti a cui affidare la redazione dei piani di ricostruzione, ed è chiaro che su questa posizione non ci possano essere discordanze tra gli ingegneri e la struttura commissariale.

È inoltre vero, e non è stato oggetto di rilievo nell’impostazione, che in data 29 dicembre 2011 è stata inoltrata dal Coordinatore della S.T.M. ai Sindaci del cratere la “bozza di capitolato speciale per affidamento di incarico a soggetti privati dei servizi di consulenza, assistenza tecnica ed attività di supporto al Responsabile del Procedimento nello studio e nell’approfondimento delle azioni inerenti la ricostruzione e la ripianificazione delle aree e degli edifici colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.”. Va però rilevato che in questo caso è espressamente affermata la necessità di far riferimento ad un avviso pubblico per la selezione dell’affidatario, cosa non prevista nella bozza di convenzione predisposta in favore delle Università. Si rileva, nel merito, che la bozza di convenzione predisposta per l’affidamento dell’incarico a soggetti privati e quella avente per contraente le Università (e gli Enti di ricerca) differiscono per le modalità di selezione: la prima prevede appunto una procedura pubblica (gara) mentre nella seconda è previsto l’affidamento diretto, senza alcun tipo di concorrenza. È evidente che la strada da seguirsi debba essere la stessa in ottemperanza alle vigenti normative e non in base al soggetto che andrà fornire il servizio a favore delle Pubbliche Amministrazioni.
Dalla lettura dei due atti predisposti dalla Struttura Tecnica di Missione come bozze di convenzione di incarico, va inoltre osservato che le prestazioni richieste al soggetto privato sono più lunghe, onerose e complesse rispetto a quelle richieste alle Università. Basti leggere che ai primi è chiesto un rilievo metrico laser scanner ed un rilievo aerofotogrammetrico ad alta risoluzione e bassa quota secondo piani di volo prestabiliti e reimpostati mentre per i secondi ci si limita a richiedere rilievi svolti in maniera “sommaria e tradizionale” ritenendo gli altri metodi troppo dispendiosi e lasciando alle Amministrazioni locali il compito di “valutare il ricorso a tali strumenti e a motivare nel modo più adeguato il loro inserimento nel dispositivo tecnico amministrativo della Ricostruzione.”. Nella bozza di convenzione prevista per le Università non è mai contemplato l’utilizzo delle “più moderne tecniche e strumentazioni in possesso di pochi laboratori di ricerca”, come affermato dal Preside della Facoltà di Ingegneria di L’Aquila.
L’identificazione professionale del soggetto responsabile della prestazione intellettuale è, inoltre, uno dei presupposti imprescindibili in qualsivoglia affidamento di incarico. Il D. Lgs. 163/2006, oltre a promuovere la presenza di giovani professionisti nei gruppi concorrenti, prevede che “indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario dell’incarico lo stesso deve essere espletato da professionisti iscritti negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti professionali, personalmente responsabili e nominativamente indicati già in sede di presentazione dell’offerta, con la specificazione delle rispettive qualificazioni professionali. Deve inoltre essere indicata, sempre nell’offerta, la persona fisica incaricata dell’integrazione tra le varie prestazioni specialistiche.“.

La predisposizione dei piani di ricostruzione è stata ampiamente riconosciuta come una fase propedeutica per un corretto approccio al recupero del territorio duramente colpito dagli eventi sismici: la redazione di tutti gli atti connessi non può essere condizionata dalla natura del soggetto affidatario dell’incarico e non può essere svolta in maniera semplicistica come riportato nelle dichiarazioni rese dal primo cittadino del Comune di Rocca Mezzo.
La richiesta di aprire i bandi di gara per gli affidamenti degli incarichi, oltre che ricondurre al pieno rispetto della normativa vigente in materia, ha lo scopo di ricercare sul mercato nazionale ed internazionale le migliori professionalità che vogliano cimentarsi nello svolgimento della prestazione. Non si sta difendendo quindi un interesse locale o di categoria, si sta invece tentando di favorire l’ingresso, nel processo di ricostruzione, di tutti quei soggetti che possiedono il sapere e le conoscenze necessarie e che sappiano svolgere il proprio incarico proprio con quella speditezza e qualità spesso citate. Saranno pertanto gli esiti delle gare pubbliche che permetteranno l’individuazione corretta di quei soggetti da incaricare per la redazione dei piani di ricostruzione e non altre logiche completamente estranee alla categoria degli Ingegneri e non aderenti alle norme vigenti.
Il contributo che la nostra categoria continua ad offrire, e l’attenzione nonché gli approfondimenti sulle decisioni prese e che dovranno essere prese per l’emanazione di atti ed ordinanze di merito, tende sempre e comunque alla riduzione dei tempi di avvio dei lavori di ricostruzione ed a minimizzare le possibilità di contenzioso.

In riferimento tra l’altro a quanto affermato dal Commissario circa le attività di volontariato svolte ad oggi dall’Università a favore dei Comuni e del D.P.C., si rammenta quanto svolto dalla categoria, che mi onoro di rappresentare al livello regionale, sin dai primi giorni di emergenza con l’invio di più di 1.200 ingegneri volontari ed esperti nel settore, provenienti da ogni parte d’Italia, direttamente coordinati dal Consiglio Nazionale e dall’Ordine locale.

Nell’invitare le autorità preposte alla gestione della ricostruzione a rivedere quanto emanato nel merito dalla struttura commissariale, intervenendo su quanto si dovesse ritenere migliorabile, l’intera categoria, con lo spirito di collaborazione che la contraddistingue, resta a piena disposizione delle istituzioni al fine di superare definitivamente tutte quelle incomprensioni che in quest’ultimo periodo, nostro malgrado, ci mostrano su posizioni contrapposte su organi di stampa, condizione che certamente non giova alla rinascita del territorio”.


19 Gennaio 2011

Categoria : Dai Lettori
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